Pasinato e Giorgi i più bravi, ma Cudini merita rispetto

GENNARO VENTRESCA

Mi scrive Fausto, tifoso rossoblù di vecchia pezza. Che, per sua stessa ammissione, è da mettere nel lungo elenco dei mangia-allenatori. E, come tale, resta ancora convinto che la nostra formazione, con un altro mister sarebbe in testa alla classifica. E, in aggiunta, mi chiede chi a mio avviso sia stato il più bravo tecnico rossoblù.

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Prima di tutto gli rispondo che probabilmente Cudini avrebbe potuto fare di più, se solo avesse studiato meglio la filosofia e la psicologia. In punta di verità, non so se a Coverciano facciano uso di sinossi di queste due discipline, fatto è, che allenare, a differenza del passato, obbliga a una conoscenza completa, non più basata solo sui sistemi di gioco e sugli allenamenti. Ma anche sui modi di pensare e sui meccanismi mentali.

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Nonostante queste carenze e a un carattere troppo abbottonato, che lo porta al pessimismo, credo che Cudini, tutto sommato, sia da rivalutare. E’ pur vero che prima di trovare la quadra ci ha impiegato più del previsto, ma al tirar delle somme il suo lavoro può ritenersi onesto. Mi sarei aspettato di meglio pensando al vantaggio di aver avuto diversi giocatori scelti da lui medesimo e da De Angelis, con cui ha fatto coppia a Notaresco.

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Mentre è facile e inoppugnabile stilare una classifica dei migliori marcatori, diventa problematico fare una graduatoria per gli allenatori. Non sbaglio, se di getto, scrivo che il primo posto lo meriti Tony Pasinato che ha ottenuto il più alto risultato tecnico del nostro club. Ma non per questo vorrei tralasciare Bruno Giorgi a cui solo la prepotenza della Cavese impedì il salto in B, raggiunta per sua fortuna con Nocerina e Vicenza, a cui seguirono apprezzabili piazzamenti con la Fiorentina.

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Artigiano cresciuto alla scuola juventina, Bruno Mazzia ha saputo esprimersi tra noi con una rara competenza. Fosse rimasto, ne sono sempre più convinto, non saremmo scivolati il C1, sia pur dopo gli iniqui spareggi. Molinari, alla ricerca dello spettacolo, non lo riconfermò, su suggerimento del suo amico Costantino Rozzi da Ascoli che gli propose lo spaesato svedese Grip. A cui subentrò a metà stagione il più concreto Vitali che, solo per un soffio, non riuscì nell’impresa.