Panchine e sedie “d’oro”, «non è stata applicata la diligenza del buon padre di famiglia»

La minoranza contro Sbrocca: «Comune gestito da una ristretta oligarchia»

REDAZIONE TERMOLI

Da un lato il costo delle sedie e delle panchine che, nel totale «è di 20mila euro in più rispetto a quello che sarebbe dovuto essere» e dall’altro lato una gestione del Comune di Termoli «che non è come quella che dovrebbe essere del buon padre di famiglia ma è fatta da un’oligarchia di persone che hanno amministrato Termoli in questi anni e impedito il confronto democratico con la minoranza». Continuano le polemiche attorno alla decisione dell’amministrazione comunale di acquistare 170 sedie in policarbonato e 32 panchine da allestire nel centro della città. Dopo le dichiarazioni del dirigente del settore Gianfranco Bove, ieri è stata la minoranza di centrodestra a dire la sua all’interno di una conferenza stampa convocata sull’argomento. «Un argomento del quale mi ero già interessato a dicembre quando ho presentato una doppia interrogazione sia sulla questione delle sedie che delle panchine», ha affermato Antonio Di Brino. Sotto la lente è andata a finire la presunta discrepanza di prezzo rispetto a quanto pagato dal Comune di Termoli «e quanto si trova sul Mepa, il mercato elettronico per la pubblica amministrazione». In particolare secondo Di Brino le sedie in policarbonato sarebbero costate circa 60 euro, iva esclusa, sul Mepa «mentre il Comune di Termoli le ha pagate 75 iva esclusa. Stessa cosa per le panchine: quelle pagate 715 euro iva esclusa sarebbero venute 360 euro mentre quelle da 614 sarebbero costate circa 313 euro. In totale, quindi – ha continuato l’ex primo cittadino – ci sarebbe stato un risparmio di quasi 20mila euro tra sedie e panchine. Ma c’è di più, nella risposta data dal dirigente Bove alla mia interrogazione si fa notare che i prezzi della ditta da cui è stato comprato il materiale erano stati confrontati con quelli presenti sul Mepa ma questo non è possibile perché la stessa ditta non è presente sul mercato elettronico. Inoltre nel comunicato stampa rilasciato da Bove si parla anche di stampo e fonderia ma allora dove stanno queste cose? In più se si pensa di fare una cosa artigianale perché dopo si va ad acquistare un prodotto commerciale?». Tra le altre criticità il fatto che «attualmente le sedie sono “buttate” all’interno del Macte, quando questo passerà in gestione alla fondazione che fine faranno quelle sedie pagate dalla collettività?». «Questo è un altro esempio di gestione dell’amministrazione Sbrocca che dà il metro di come sono state fatte le cose da cinque anni a questa parte – ha affermato Michele Marone, in conferenza stampa assieme ad Annibale Ciarniello e Luciano Paduano – se le cose fossero state fatte in maniera diversa ci sarebbe stato un evidente risparmio su ogni pezzo senza considerare il principio per il quale più pezzi si acquistano e più c’è lo sconto. C’è una gestione oligarchica da parte di un gruppo di persone che impedisce anche il confronto democratico con la minoranza». Per il consigliere Ciarniello, invece «non si attua il principio della gestione del buon padre di famiglia e questa è la conseguenza di alcune scelte scellerate».