Paleolitico, tesoro da 60mila reperti

E? un bilancio presentato con orgoglio quello di Carlo Peretto dell?Universit? di Ferrara. In zona la Pineta solo nell?ultimo anno sono stati 800 i reperti rinvenuti: pezzi di un tesoro che ormai ne conta circa 60mila. Peretto che lavora da anni nella zona archeologica pentra traccia il bilancio degli scavi dell?ultimo anno negli insediamenti preistorici di La Pineta e Guado San Nicola, a Monteroduni. ?Moltissimi i reperti rinvenuti, otre 800 – spiega – che continuano ad arricchire il patrimonio gi? acquisito che ammonta ad oltre 60.000 reperti per La Pineta e 4.500 per Guado San Nicola. Essi sono gi? stati restaurati, catalogati e nella quasi totalit? studiati. A questo proposito con piacere sottolineo il fatto che numerose sono le tesi di laurea magistrale e di dottorato, anche di molisani, che hanno come centralit? l?analisi dei reperti litici, delle faune, dei sedimenti e delle datazioni radiometriche dei due siti. All?esplorazione dei due siti ha fatto seguito il lavaggio del terriccio, il vaglio di quanto rimane, setacciando con maglia inferiore al millimetro per la raccolta di resti di micro vertebrati quali pesci, rettili, uccelli e roditori. Particolarmente importanti sono questi ultimi perch? sono indicatori per definire gli antichi ambienti naturali in cui viveva l?uomo preistorico. Questa attivit? certosina ? la stessa che ha consentito la raccolta del dente di bambino di 7 millimetri che altrimenti sarebbe stato irrimediabilmente perduto, privando di un dato assolutamente determinante il giacimento di Isernia La Pineta. Altrettanta attenzione si pone nella raccolta del macro, fatta di ossa, denti e corna di vari animali oltre agli strumenti in selce e in calcare. E cos?, con la fine dei lavori, tutto risulta cartografato, messo in pianta, restaurato, catalogato e classificato. L?uso di computer, stazioni totali, livelle elettroniche, droni e altre diavolerie moderne completano e affiancano l?opera di documentazione. Ho raccontato tutto questo ? termina Peretto – per far comprendere come l?impegno mio, dei collaboratori e degli specialisti italiani e stranieri impegnati in queste realt? molisane non ? saltuario, quanto piuttosto continuo nel tempo. Le attivit? di scavo a Isernia e Guado San Nicola non rappresentano una fase isolata senza il prima e il dopo come potrebbe apparire agli sprovveduti, quanto piuttosto uno dei tanti segmenti posti sulla direttrice della ricerca scientifica, quella pi? moderna, in un percorso programmato che abbiamo approntato anni fa e che continueremo a sostenere sempre con la stessa determinazione e passione”.