Palazzo San Giorgio, Colagiovanni: «Pd chiuso al dialogo»
L’affondo dell’assessore comunale Salvatore Colagiovanni
NOEMI GALUPPO
CAMPOBASSO
L’amministrazione comunale, dal punto di vista politico, non sembra navigare in acque tranquille. Le prossime elezioni Amministrative mettono a dura prova le alleanze a Palazzo San Giorgio. Metà dell’Esecutivo Battista sta valutando di riposizionarsi nel centrodestra dal quale si è staccato nel 2014 per offrire il proprio appoggio all’attuale sindaco del capoluogo. A fare un’analisi politica dell’amministrazione in vista delle elezioni della prossima primavera è l’assessore alle Attività Produttive, Salvatore Colagiovanni, entrato nell’Esecutivo comunale nel 2014, in quota Idv.
Assessore è nota la sua ambizione allo scranno più alto di Palazzo San Giorgio. Cosa intende fare in vista del rinnovo dell’amministrazione del capoluogo di regione?
«Innanzitutto dico che scegliere un partito è abbastanza controcorrente. I partiti non esistono più. Si vota la persona e non il distintivo. Sto valutando cosa fare alle prossime amministrative. Fino ad adesso sono stato contattato dai partiti di centrodestra, ad eccezione di Forza Italia e della Lega. Credo che il sindaco debba essere una persona che conosce la macchina amministrativa. Io credo di conoscerla, ma se ci fosse una persona che reputassi garante di un progetto comune, sarei disposto a fare squadra».
Dalla maggioranza di centrodestra con Luigi Di Bartolomeo è passato alla maggioranza di centrosinistra con Antonio Battista. Adesso nelle sue parole sembra celarsi un malcontento nei confronti dell’amministrazione della quale, però, ancora fa parte. Come reputa l’attuale macchina amministrativa?
«Questa amministrazione come tante altre attraversa dei momenti difficili. La mancanza di azioni in alcuni settori (il riferimento è a Urbanistica e Lavori Pubblici ndr) non può essere, però, attribuita a colpe del governo centrale. La mia attenzione ricade sul primo partito di coalizione. Il Pd è un’arma a doppio taglio. Sia per vincere che per perdere sa impegnarsi al massimo. All’interno del Partito Democratico c’è troppa litigiosità. Gli esponenti a Palazzo San Giorgio non hanno capito che bisogna fare squadra. Il Pd dovrebbe fare mea culpa e vedere come risalire la china. Mi interessa sapere cosa intenderà fare il primo partito di coalizione in termini di umiltà e di programma anche alla luce dei risultati delle ultime elezioni. Tolto il sindaco Battista, gran parte degli altri esponenti del Partito Democratico in Comune fanno i moralisti».
La sua è una minaccia di sfiducia?
«Nel momento in cui non mi rivedessi più all’interno della maggioranza di governo, mi dimetterei. Per il momento dico solo che se il Pd la smettesse di fare la prima donna, potremmo dialogare. Ci tengo a sottolineare la mia fiducia ad Antonio Battista. Il sindaco è una persona seria, onesta, umile ed un grande lavoratore. Un buon capo di amministrazione, però, dovrebbe spegnere i rumors che vengono fuori da persone del suo stesso partito».
Qualcuno potrebbe accusarla, a questo punto, di essere attaccato alla poltrona.
«Guardi, un assessore comunale come il sottoscritto prende 791 euro al mese. Chi fa il politico in un’ammi- nistrazione comunale lo fa per passione non per un tornaconto economico. La polemica sull’attaccamento alla poltrona non mi riguarda. Il mio assessorato ha lavorato con passione e dedizione per la città di Campobasso. Abbiamo creato dei format di successo come quello di “Vivi la tua Città” e della “Città dei Misteri tra Borgo e Tradizioni”, ideato per contrastare l’abusivismo per il corso di Campobasso. Come assessorato ci siamo impegnati nel progetto di ricognizione e stabilizzazione delle aree sperimentali per vendita di ortofrutta. È abbiamo contrastato fortemente la vendita di prodotti ortofrutticoli di fuori regione. In questi anni abbiamo anche riqualificato e rilanciato il Mercato Coperto per quanto possibile. E abbiamo cercato di dare impulsi all’amministrazione garantendo un dialogo aperto con i commercianti. Poi tutta una serie di delibere e di eventi al centro città, che sia per i numeri che per la qualità, hanno dimostrato di dare lustro a Campobasso».
Adesso l’attenzione maggiore è puntata sulla grande area dei moderati da cui potrebbero dipendere i futuri giochi politici a Palazzo San Giorgio. Intanto dal punto di vista politico diventa importante il risultato delle elezioni provinciali, fissate per il 31.