Paese a rischio, “pericolo per la cittadinanza”: lanciato l’allarme

Il sindaco ha inviato una diffida cautelativa riservandosi di andare anche in Procura

“Ipoteca sulla vita sociale ed economica della comunità”

L’ennesimo grido di allarme. Un nuovo, disperato, appello. Ma questa volta seguito, però, da atti concreti. Il sindaco di Civitacampomarano Paolo Manuele ha inviato una diffida cautelativa alla presidenza del consiglio dei Ministri, al dipartimento nazionale di Protezione Civile, al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, alla Prefettura di Campobasso, ai presidenti di Giunta e consiglio regionale e al servizio di Protezione Civile regionale. “Minacciando”, in assenze delle urgenti risposte, di trasmettere l’atto anche alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.

Il suo paese, Civitacampomarano, come noto, è interessato da un grave dissesto idrogeologico dal marzo 2017. Una seria situazione che può provocare da un momento all’altro “il collasso improvviso di ampie porzioni delle zone individuate a rischio”. Parole pesanti quelle messe nero su bianco dal sindaco Paolo Manuele che parla di “pubblica incolumità per la cittadinanza”, “ipoteca sulla vita sociale ed economia della comunità”, “elementi di pericolo per la cittadinanza” e “scongiurare drammatici eventi calamitosi”.

Nella diffida cautelativa il sindaco parte dalla ricostruzione dei fatti che hanno portato all’attuale situazione di emergenza. “Gli eventi di grave dissesto idrogeologico che, a partire dal 4 marzo 2017, – scrive il sindaco – hanno coinvolto il centro storico e varie aree urbane del Comune, rendendo necessarie numerose ordinanze di sgombero di abitazioni non hanno trovato – o non hanno, comunque, potuto ricevere – risposte esaurienti e decisive per garantire l’incolumità dei cittadini”.

Il sindaco punta il dito contro l’assenza dello studio geognostico, funzionale per l’acquisizione degli elementi atti a vagliare i futuri scenari di rischio.

“A seguito dell’imponente fenomeno franoso verificatosi il 4 marzo 2017 – ricorda Manuele – veniva perimetrata l’area di esposizione ai gravi dissesti idrogeologici: ci furono 14 ordinanze di sgombero di prime abitazioni, con evacuazione di 24 persone; sgombero di 8 seconde abitazioni; sgombero del Palazzo Municipale e di altro immobile comunale. Delimitazione di una zona blu “di attenzione”, che interessa 10 nuclei familiari abitanti in area adiacente alla zona rossa, sottoposta all’installazione di un sistema di monitoraggio.

Con note che vanno da marzo 2017 fino all’ottobre scorso, il sindaco, quale Autorità territoriale di Protezione Civile, chiedeva alla Regione Molise l’inserimento degli interventi di messa in sicurezza dell’area nel sistema ReNDIS – Web ed il reperimento dei “fondi utili a finanziare le indagini geognostiche e la progettazione, sia a valere su fondi regionali che nazionali”.

L’inadeguatezza delle risposte veniva confermata dalle iniziative delle autorità nazionali. In un rapporto, Il Centro di Competenza, ravvisando il pericolo del “collasso improvviso di ampie porzioni delle zone individuate a rischio”, raccomandava “la realizzazione urgente del piano di indagini e monitoraggio”. In particolare, il Capo del Dipartimento, Angelo Borrelli, segnalava che “a distanza di 29 mesi dall’evento, non risulta ancora avviato uno studio geognostico propedeutico alle successive attività tecnico-amministrative per la programmazione dei necessari interventi di mitigazione del rischio”. La nota del Capo Dipartimento faceva altresì richiamo alle riunioni del 9 maggio, 18 luglio e 7 agosto 2018, per ricordare gli impegni assunti in tale sede e chiedere alla Regione aggiornamenti sullo stato di fatto delle attività conseguentemente poste in essere”.

Fatte le necessarie premesse il sindaco “reputa ineludibile richiamare l’attenzione sugli aspetti di maggiore criticità, nell’approssimarsi della stagione piovosa ed in considerazione dell’emergenza sanitaria che si accompagna al periodo invernale”. Paolo Manuele chiede rispetto per la propria popolazione che “ha manifestato senso civico e responsabilità non comuni, evitando azioni eclatanti e dimostrative”. Poi l’affondo: “Accanto ai rischi incombenti sulla pubblica incolumità, le condizioni di incertezza sull’effettivo stato di sicurezza del territorio pongono una grossa ipoteca anche sulla vita sociale ed economica della comunità. La presente diffida cautelativa si rende necessaria ed indifferibile per segnalare la persistente ed aggravata presenza di elementi di pericolo per la cittadinanza”.

“In assenza di urgenti risposte – conclude il sindaco – il presente atto sarà necessariamente trasmesso anche alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, per l’accertamento di eventuali condotte illecite, omissive e/o commissive”.

“Il sistema di Protezione Civile italiano – la chiosa – non vorrà restare insensibile rispetto a questa ennesima sollecitazione, ondescongiurare drammatici eventi calamitosi”.

La diffida cautelativa porta la data del 14 novembre ed è stata inviata alle autorità il 22.

Un grido d’allarme che, questa volta, crediamo proprio non possa restare inascoltato.  

Mimmo di Iorio