Ospedale, accordi di confine a rischio
Avrebbero dovuto salvare il Caracciolo di Agnone mediante l’impiego di personale sanitario proveniente dall’Abruzzo
FRANCESCO BOTTONE
AGNONE
Gli accordi di confine con l’Abruzzo, quelli che avrebbero dovuto salvare l’ospedale di Agnone mediante l’impiego di personale sanitario proveniente dall’Abruzzo, sono più che mai a rischio e, stando così le cose, non saranno nemmeno presi in considerazione dalla nuova Giunta regionale di centrodestra che andrà ad insediarsi nei prossimi giorni.
L’allarme arriva dal consigliere regionale abruzzese Mauro Febbo, il quale, carte alla mano denuncia pubblicamente il disastro della sanità: «Abbiamo un quadro economico disastrato e allarmante, certificato, oltre dalla Corte dei Conti che a breve esaminerà anche l’annualità 2017, dalle delibere dei Direttori Generali delle Asl che corrono ai ripari modificando i quadri economici e i rendiconti. Una situazione preoccupante, ma che rivela come più che fondate le mie denunce, nonostante le tempestive e inutili rassicurazioni pervenute dall’ex assessore regionale alla Sanità che non ha risposto tecnicamente ancora alle mie contestazioni. D’altronde anche i dati Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) sbandierati in campagna elettorale da Silvio Paolucci per magnificare la sanità abruzzese, dimostrano come l’Abruzzo abbia una sanità che non cresce né migliora, ma peggiora drammaticamente.
Infatti, la prima sperimentazione del Ministero della Salute sul nuovo modello di verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (che dovrebbe entrare a regime nel 2020), inserisce l’Abruzzo tra le regioni che non sono in grado di garantire i Lea, oltre a essere incapace di raggiungere la sufficienza per l’attività distrettuale e ospedaliera. Pertanto – conclude Febbo – abbiamo una fotografia ben diversa da quella rappresentata fino ad oggi dalla precedente giunta regionale. L’Abruzzo, appena uscito dal commissariamento, aveva avviato un percorso virtuoso che avrebbe consentito di richiedere le deroghe al DM 70 (Lorenzin), mentre abbiamo, purtroppo, una situazione totalmente invertita con gravi perdite e rilevatori che indicano come la nostra Regione sia in forte retromarcia, ma ci apprestiamo a rimettere in ordine conti e ridare prestazioni e assistenza agli abruzzesi». E’ chiaro che in una situazione del genere, con seri problemi di bilancio in casa propria, gli “accordi di confine” per aiutare un’altra Regione in materia sanitaria saranno immediatamente accantonati. Insomma anche dall’Abruzzo si addensano nubi minacciose sul futuro dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone.