Ore di viaggio in ambulanza in coma per un bimbo di 5 anni, il papà: “Lasceremo il Molise”

Un incidente stradale e la corsa verso l’ospedale. Le prime cure ad un bimbo di soli 5 anni e poi il trasferimento a Napoli, in ambulanza, intubato e in coma farmacologico. Perché qui da noi non ci sono strutture e presìdi all’altezza. Ma soprattutto un viaggio di due ore e mezzo in quelle condizioni perché in Molise non esiste il servizio di eliambulanza. E’ la storia, drammatica, raccontata a Primo Piano Molise dal papà di un piccolo che è rimasto profondamente segnato da quest’esperienza tanto da aver deciso di lasciare il Molise, “terra in cui i servizi essenziali non sono garantiti”.  

«Solo grazie alla professionalità dei medici molisani e campani e all’aiuto del buon Dio, è andato tutto per il meglio», – racconta il papà del piccolo alla collega Rita Iacobucci.

A fine giugno l’incidente stradale a Tufara e la corsa verso il Cardarelli. Dopo le prime cure la decisione di trasferire il piccolo d’urgenza al Santobono di Napoli, struttura d’eccellenza pediatrica. «Un bimbo di cinque anni e mezzo, con diagnosi di frattura teca cranica in politrauma della strada, intubato e in coma farmacologico viene trasferito d’urgenza in codice rosso a Napoli in ambulanza! Un’eliambulanza no?», chiede il papà. Che poi ci tiene a ringraziare medici ed operatori del 118 e del pronto soccorso del Cardarelli. «per l’estrema professionalità e competenza dimostrata. Sono anzi – dice ancora a Primo Piano Molise – degli eroi.”

Ma il papà del piccolo non nasconde la sua rabbia e si chiede ancora che senso ha pagare le tasse in questa regione dove i servizi essenziali vengono tagliati.

La famiglia sta ancora facendo i conti con questa brutta storia e con la malasanità per la difficoltà di accedere ai servizi di neuro riabilitazioni fondamentali per il bambino. Le strutture pubbliche non offrono queste servizio e quelle provate hanno lunghissime liste d’attesa. «Guardi, io capisco e sono anche d’accordo sulla razionalizzazione dei presidi ospedalieri. Quello che però è fondamentale è garantire,

soprattutto nel 2021, un’eliambulanza capace di raggiungere, in orari ragionevoli, centri fuori regione per salvare l’unica cosa che davvero conta, la vita».

«Sicuramente andremo via io e la mia famiglia da questa terra. Una terra che amiamo, ma che è stata depredata da coloro che dovrebbero tutelare l’interesse dei cittadini. Purtroppo – conclude con grande amarezza l’intervista a Primo Piano – non ha più senso continuare a lottare per vivere in una regione, dove anche i servizi essenziali non sono garantiti».