Omicidio Mollicone, nuovo giallo: «Spariti alcuni organi dal suo corpo»

Lo afferma l’anatomopatologo che ha effettuato gli esami sulla salma della 18enne uccisa ad Arce

Si tinge ancora più di giallo l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne trovata morta il 3 giugno 2001 in un bosco ad Arce, in provincia di Frosinone, a due giorni dalla sua sparizione. Omicidio per cui, tra gli indagati, c’è anche Marco Mottola, che vive a Teano, ma che ha un esercizio commerciale a Venafro. Dal fascicolo giudiziario riguardante l’omicidio di Serena, potrebbero essere scomparsi alcuni reperti autoptici.

Lo rivela il quotidiano “Il Messaggero” che fa riferimento a una superperizia di Cristina Cattaneo, l’anatomopatologa chiamata a condurre i rilievi sulla salma di Serena, riesumata nel 2016 a seguito dell’avvio di nuove indagini. Proprio grazie agli esami della Cattaneo è stato possibile stabilire una potenziale compatibilità tra il trauma cranico riportato dalla ragazza con l’ammaccatura della porta di uno degli alloggi della caserma dell’Arma dei Carabinieri. Un indizio che ha portato la Procura di Cassino, nei giorni scorsi, a inviare l’avviso di conclusioni indagini agli indagati. Ma nella relazione conclusiva la professoressa non manca di sottolineare anche il mancato svolgimento di esami fondamentali nei primi accertamenti medico-legali e la sparizione nel corso delle indagini di alcuni importanti reperti autoptici. Elementi che avrebbero consentito di acquisire ulteriori indizi su come sia morta Serena e, soprattutto, su chi l’abbia uccisa. Secondo l’accusa la ragazza fu uccisa durante una discussione con Marco Mottola, figlio dell’ex maresciallo, all’interno della caserma dei carabinieri di Arce. Serena sarebbe stata sbattuta con la testa, contro la porta di un alloggio, interno alla caserma, nella disponibilità dell’ex maresciallo Franco Mottola, padre di Marco. Sempre secondo gli inquirenti il primo giugno 2001 Serena si recò in caserma per un chiarimento con il figlio del maresciallo, con il quale avrebbe avuto una discussione per questioni legate allo spaccio di droga. Dopo la sua morte Il corpo, sarebbe stato legato e gettato nel boschetto di Fonte Cupa. Ora ci si chiede che fine abbiano fatto i reperti autoptici di Serena, tra cui alcuni organi. Forse la distruzione può essere stata disposta dagli stessi investigatori che all’epoca ritennero che non potessero essere più utili alle indagini. Ma che invece sedici anni dopo avrebbero potuto rivelarsi decisivi nella nuova inchiesta.