Al vaglio degli inquirenti la ferita riportata da una delle due persone che assistettero al delitto quella maledetta notte di Natale a Campobasso
Un altro passo fondamentale deve essere ancora compiuto prima dell’approdo nelle aule di giustizia di un caso che ha scosso l’opinione pubblica molisana: l’omicidio del 38enne Cristian Micatrotta avvenuto nelle notte della Vigilia di Natale del 2021.
Gli accertamenti investigativi e le perizie che si sono susseguite nel tempo saranno fondamentali durante il dibattimento e sia gli avvocati dell’unico indagato per omicidio volontario (il 37enne campobassano Gianni De Vivo) che quelli di parte civile, oltre alla pubblica accusa, hanno incaricato esperti di medicina legale per avvalorare le proprie tesi.
Il prossimo passo, che dovrebbe tenersi a metà del mese di settembre, riguarderà la valutazione della perizia svolta sulla ferita riportata da uno dei due uomini che quella maledetta notte erano in compagnia di Micatrotta durante l’incontro con De Vivo in prossimità della rotonda di via Vico a Campobasso.
Alla fine dello scorso mese di maggio fu depositata in Procura la relazione contenente gli accertamenti tecnici irripetibili del Reparto Investigazioni Scientifiche (Ris) dei Carabinieri chiamati a ricostruire la possibile scena dell’omicidio quella notte di Natale nei pressi della rotonda di via Vico a Campobasso.
Accertamenti irripetibili disposti dalla stessa Procura della Repubblica dai quali emergerebbero novità importanti e per alcuni versi clamorose.
Dalla relazione, stando ad indiscrezioni accreditate, risulterebbe che la versione resa dall’indagato a sua difesa non collimerebbe con la ricostruzione fatta e consegnata in Procura dalgli investigatori del Ris i quali avrebbero accertato e ricostruito che il fendente fu sferrato dal De Vivo mentre si trovava di fronte alla vittima nel culmine di una lite fra lo stesso De Vivo e una delle altre due persone con le quali Micatrotta quella notte aveva incontrato l’indagato.
In buona sostanza una versione diversa da quella resa dallo stesso De Vivo durante gli interrogatori.
Ma che questo complicato caso si sarebbe poi trasformato in una lunga battaglia a colpi di perizie lo si era capito già qualche mese fa quando, sia l’avvocato Mariano Prencipe (difensore di De Vivo) che gli avvocati Fabio Albino e Domenico Fiorda (legali della famiglia Micarotta), avevano conferito a loro volta mandato ad esperti e periti di parte per collaborare, ognuno dal proprio punto di vista, alla ricostruzione della scena dell’omicidio.