Nuovi dettagli sul femminicidio commesso da Giovanni Padovani, ex giocatore dell’Agnonese Calcio

Un vicino della vittima, che ha assistito all’assassinio di Alessandra Matteuzzi, ha raccontato al Tgcom24 cosa successe quel giorno.

Secondo quando riportato dal notiziario, un vicino di casa della vittima avrebbe assistito all’ultima fase del delitto e, sentito qualche giorno dopo dalla squadra mobile, ne ha descritto le fasi. “Non mi era mai capitato in vita mia di assistere direttamente a una scena così cruenta”, ha detto l’uomo, che intervenne per tentare di calmare il calciatore dilettante, quando però ormai era tardi, perché aveva già colpito Alessandra Matteuzzi con un martello, con una pesante panchina e con pugni e calci anche quando era a terra esanime. Il vicino, che provò a frapporsi tra l’indagato e la vittima per impedirgli di infierire ulteriormente, ha detto che Padovani a un certo punto raccolse da terra il telefono della donna, iniziò a scorrere le chat “aprendone alcune per farmi vedere il contenuto e aggiungendo: ‘Guarda, vedi che mi tradisce'”.

La testimonianza è agli atti dell’indagine della procura. “Per me le condotte che il ragazzo portava avanti erano quelle di una persona scossa, ma comunque centrata, presente e attenta a quello che stava facendo”. Un’altra vicina, anche lei intervenuta richiamata dalle urla, ha confermato che “la scena era tremenda”. “Lui – ha aggiunto – era lucido, freddo e dicendogli di smetterla ho afferrato la panchina riuscendo a distanziarla da loro, trascinandola, lontana dal corpo di lei”. Padovani avrebbe ripetuto ai presenti: “Non ce l’ho con voi” e “Tanto in carcere ci vado”.

La Matteuzzi aveva sporto denuncia per stalking nei confronti dell’ex compagno il mese prima di essere massacrata. Secondo quanto emerso nei giorni seguenti al delitto, non si trattò però di un caso di malagiustizia. La denuncia venne raccolta a fine luglio, il primo agosto è stata iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto. Dalla denuncia non sarebbero emerse situazioni di rischio concreto di violenza, ma una “tipica” condotta di stalkeraggio molesto. Il processo per l’omicidio inizia a maggio.