Norme Covid, i primari degli ospedali molisani contro l’Asrem: ecco la lettera inviata ai vertici aziendali
I primari dei tre principali ospedali del Molise, Cardarelli di Campobasso, Veneziale di Isernia e San Timoteo di Termoli, hanno scritto al direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano in merito alle misure di sicurezza da attuare nella fase 2. Una presa di posizione importante da parte dei direttori delle unità operative che hanno risposto picche alle richieste giunte dai vertici aziendali. Il problema principale che rimarcano è la promiscuità al Cardarelli tra pazienti Covid e non Covid e l’impossibilità di utilizzare la rianimazione, attualmente occupata da pazienti Covid. Infine i primari chiedono un incontro urgente all’Asrem.
Di seguito la lettera inviata al dg Florenzano:
In relazione a quanto richiesto con comunicazione del 15.5.2020 prot.n.46085/2020 – allegato n.3- con la quale si avanza richiesta ai sottoscritti di provvedere, nella loro rispettiva qualità di direttori di unità operativa, con riferimento alla cd. fase 2 della gestione Emergenza Covid 19, ad una serie di adempimenti connessi al Piano Covid, tra cui “….apposizione cartellonistica, divieto e regolamentazione degli accessi…predisposizione postazioni con funzioni screening/pre triage all’ingresso ed adozione di schede di screening per ingresso di visitari…predisposizione elenco attività gestibili da remoto…adozione di strumenti per consentire la comunicazione a distanza… divieto di accesso…separazione logistica dei percorsi….delocalizzazione delle aree dedicate ad attività ambulatoriali……pre-triage telefonico…centralizzazione delle attività di pre-ospedalizzazione…esecuzione del test molecolare per la ricerca del SARS-COV-2 a tutti i pazienti che necessitano di ricovero…presenza area grigia pronto soccorso…presenza area grigia ricovero presenza area grigia U.O….procedure attività di pulizia, disinfezione, sanificazione, sterilizzazione degli ambienti e materiali…procedura smaltimento dei rifiuti….procedura di raccolta, lavaggio e disinfezione della biancheria …programmi di formazione e di educazione per il personale …protocollo protezione personale sanitario…procedura di approviggionamento materiali, farmaci…protocollo per la gestione delle salme…” e quant’altro necessario per la prevenzione del rischio Covid, si precisa l’attuale preclusione sia sul piano normativo che logistico e tecnico a poter provvedere i tal senso. In particolare, ci si riferisce innanzitutto all’attuale impossibilità, per i singoli responsabili di Unità Operative preposti ai singoli reparti, di poter costituire aree dedicate e/o separate – destinate a evitare rischi di contagio e/o trasmissione – necessarie per effettuare preliminari operazioni di screening in quanto tale eventualità presupporrebbe la costituzioni delle cd.“aree grigie di pronto soccorso” o di “ricovero” o di postazioni con funzioni di screening/pre-triage, la cui localizzazione e/o organizzazione e/o programmazione, oltre presupporre la necessità di specifiche competenze tecniche (anche di natura ingegneristica e di sicurezza) andrebbe necessariamente ad interessare ed intercludere altre aree e zone dell’ospedale esterne ai singoli reparti, utilizzate e/o destinate ad altri scopi e/o di pertinenza di altri reparti.
Tanto più in ragione del fatto che, come già comunicato nel corso delle precedenti riunioni, l’attuale struttura e la confluenza di tutte le attività mediche dei singoli reparti, nell’unico reparto di rianimazione attualmente occupato dai pazienti Covid, rende in ogni caso impossibile e/o comunque inutile qualsivoglia forma di separazione di percorsi e reparti posto che, nella denegata ipotesi di criticità emergenziale, qualsivoglia paziente di qualsivoglia provenienza non potrebbe comunque usufruire del reparto rianimazione: da ciò la oggettiva paralisi delle attività ordinarie, il cui riavvio o la cui ripresa sconta tale inevitabile confluenza con i connessi conseguenti rischi di promiscuità la cui separazione risulta imposta sul piano normativo.
Analogamente, anche la predisposizione di attività separate di raccolta, lavaggio e disinfezione della biancheria, e/o la programmazione di attività di pulizia, unitamente aquella di formazione del personale, o altre attività previste nella predetta comunicazione, prescinde oltre che dalle concrete possibilità oggettivi (logistiche e/o di risorse) dei Responsabili delle singole unità operative, anche dalle competenze mediche e scientifiche degli stessi.
In tal senso, la predette funzioni relative alla sicurezza, oggi assolte a livello centrale ed amministrativo, ove delegate /o delegabili ad altri soggetti responsabili, non possono prescindere, in ogni caso, così come precisato dall’art.16 del Decreto legislativo del 09/04/2008 – N. 81 da specifici limiti e condizioni:, ovvero dalla condizione a) che essa risulti da atto scritto recante data certa; b) che il delegato possegga tutti i requisiti di professionalita’ ed esperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate; c) che essa attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate; d) che essa attribuisca al delegato l’autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle funzioni delegate; e) che la delega sia accettata dal delegato per iscritto.”: tutti circostanze non ravvisate né ravvisabili nel caso di specie.
In breve, anche sulla base di quanto espressamente previsto, sul piano normativo, dell’art. 16 del Testo Unico della Sicurezza sul lavoro 81/2008 e dai successivi artt.17 e 18, mentre il Responsabile della Sicurezza è individuato – per legge – nel Datore di Lavoro, l’eventuale possibilità di una delega delle funzioni da parte del Datore di Lavoro ad altre figure, non può prescindere comunque dal rispetto di tali prescrizioni .
Ne consegue che:
1. Il Referente della Sicurezza và nominato dal Datore di Lavoro e non dal Direttore di Unità Operativa.
2. Parimenti per la Prevenzione ed il controllo delle infezioni correlate all’assistenza incluso il Covid 19 è referente la Direzione Sanitaria
3. Così come per il Rischio Clinico esiste una UOVD allocata presso la Direzione Sanitaria ASREM.
Si sottolinea poi che al Direttore di Unità Operativa Ospedaliera, da CCNL, consta in primis di prendersi cura dei pazienti ricoverati secondo la medicina basata sulle evidenze e poi di vigilare che le direttive aziendali, una volta stabilite e deliberate dalla Direzione Generale, vengano attese da parte del personale della Unità Operativa di appartenenza.
Nel dettaglio poi i Requisiti di Sicurezza Fase 2 della gestione emergenza Covid19 sono attuati da ciascuno di noi all’interno propria U.O. Tutto ciò che riguarda la localizzazione spaziale degli ambulatori, i percorsi, le sale di attesa, le liste di attesa, le prenotazioni, la disinfezione ecc. come è noto non viene gestito dai direttori delle U.O. ma da precipue struttura aziendali o esterne deputate (Direzione sanitaria, Molise Dati, etc).
Tanto premesso e nel segnalare quanto sopra unitamente all’impossibilità di procedere nel senso prospettato dalla vostra comunicazione del 15.5.2020, si rinnova pertanto la richiesta di un incontro nello spirito di una reciproca collaborazione.