Non (voglio) aprire quella porta

Di Alessandro Gabriele e Francesco Fiorucci.

Molti ragazzi, in età adolescenziale, si chiudono in casa per isolarsi dal mondo esterno. I primi casi si sono verificati in Giappone intorno all’inizio del nuovo millennio; per poi dal 2010 in poi diffondersi in tutto l’occidente. Gli scienziati hanno attribuito a questo fenomeno il nome di Hikikomori, una parola di origine giapponese che significa isolarsi. Questo fenomeno si diffonde tra i ragazzi che hanno problemi nelle relazioni sociali e di conseguenza, tendono ad iniziare una nuova vita sociale dietro uno schermo. Dopo le varie interviste fatte a questi ragazzi emergono le loro attività le quali consistono in: guardare serie tv, guardare anime, giocare con i videogiochi, stare sui social e leggere manga o fumetti.
Le malattie  più diffuse tra questi ragazzi sono: l’epilessia fotosensibile, l’agorafobia, l’apatia e problemi di postura. Questi disturbi sono causati dalle troppe ore passate davanti uno schermo e dall’isolamento.

Gli esperti consigliano 2 tipi di approccio con questi ragazzi :

  • Il primo punta all’approccio medico-psichiatrico attraverso psicofarmaci e ricoveri ospedalieri;
  • Il secondo invece punta al reinserimento di questi ragazzi nella vita sociale attraverso l’inserimento di questi ragazzi in comunità in cui sono presenti altri Hikikomori in modo da poter interagire tra di loro.