La notizia della firma del decreto sui percorsi quadriennali, nonostante sia avvenuta in un periodo in cui lavoratori, studenti e genitori sono in ferie, anche in Molise è stata oggetto di aspre critiche tra gli operatori del settore. Tante sono state le manifestazioni di preoccupazione che abbiamo ricevuto in queste ore relativamente a tale provvedimento, che viene percepito come un ulteriore attacco alla scuola pubblica. A livello nazionale, abbiamo atteso la pubblicazione del decreto per poterci esprimere in modo compiuto su questa scelta e sulle modalità che la caratterizzano. La lettura del testo, però, ha confermato i nostri timori e la nostra contrarietà, per motivi di metodo e di merito.
Innanzitutto, riteniamo che la scelta del MIUR di attivare la sperimentazione sia priva della visione di una scuola pubblica di qualità, attenta ai bisogni degli studenti e alle priorità dell’inclusione e del superamento delle disuguaglianze.
Si tratta di “sperimentare” un mero taglio, nulla di più, in perfetta continuità con le politiche dei governi precedenti, in particolare con quelli dall’era Gelmini, in cui la riforma degli ordinamenti era incardinata in un decreto legge di razionalizzazione della spesa pubblica.
Ridurre di un anno i percorsi liceali, ricordiamolo, causa innanzitutto una perdita di organico, con somma gioia di quanti già conteggiano gli ulteriori risparmi da imputare al nostro già falcidiato settore (Il sole 24 ore li ha conteggiati in 1,4 mld di euro).
Ma non solo: risulta evidente che il taglio impoverisce drasticamente la qualità dell’offerta formativa, scaricandosi di regola sulle fasce più deboli della popolazione scolastica. A cosa serve quindi questo provvedimento? Perché agire con tanta fretta, senza alcun confronto con la comunità scientifica e con le organizzazioni sindacali?
Si abbia almeno il coraggio di ammetterlo: il vero scopo del provvedimento è quello di una mera abbreviazione dei curricoli al fine del contenimento della spesa. A meno che qualcuno non voglia credere alla favola del possibile ingresso anticipato nel mondo del lavoro, visti gli attuali dati sull’occupazione giovanile. Ancora una volta l’attuale governo dimostra di proseguire, in continuità con i precedenti, nell’opera metodica di smantellamento della scuola pubblica. E per farlo cerca di scaricare quanto più possibile la responsabilità alle scuole. Abbiamo già visto quello che sta succedendo negli Istituti sulla gestione del bonus docenti, sulla chiamata per competenze e sui i percorsi di alternanza suola lavoro. Un caos enorme, nel quale è difficile districarsi.
Anche in questo caso si deregolamenta, lasciando alle singole istituzioni scolastiche la possibilità di aderire alla sperimentazione con un proprio specifico progetto. Come è stato giustamente rilevato, siamo però in presenza di una falsa sperimentazione: solo 2000 ragazzi in tutta Italia potranno attuarla, con esiti probabilmente falsati e con il rischio che tale sperimentazione possa poi estendersi a livello nazionale.
Per tali ragioni, riteniamo necessario il ritiro del decreto e l’immediata apertura di un confronto con le parti sociali e con tutta la comunità della scuola. Se però il governo andrà avanti, la mobilitazione sarà immediata, con l’obiettivo di bloccare da subito questa “farsa sperimentale”.