Nessun medico vuole venire ad Agnone
Ospedale, preoccupante dichiarazione del dirigente dell’Asrem Forciniti: «Nessun vincitore di concorso sceglie il Caracciolo»
FRANCESCO BOTTONE
AGNONE
Antonio Forciniti, direttore amministrativo dell’Asrem, ha preso parte al consiglio comunale straordinario, convocato su iniziativa delle opposizioni, in merito alle sorti non troppo rosee dell’ospedale cittadino. Chiarissimo, sin dalle prime battute, il direttore Forciniti, che ha affrontato una platea intuibilmente ostile, fatta da amministratori locali, medici, infermieri e gente comune: «La situazione dell’ospedale di Agnone è critica. Non lo sarà nel 2020, quando i medici andranno in pensione come hanno scritto i giornali locali, ma lo è già da oggi. La verità è una sola: l’Asrem, che oggi ho il compito di rappresentare in questa assise civica, ha oggettive difficoltà a reperire medici da inviare ad Agnone. Abbiamo speso soldi e tempo per organizzare dei concorsi pubblici al fine di reperire risorse umane. La situazione è questa: dei sedici vincitori di concorso, nessuno vuole prendere servizio ad Agnone, perché probabilmente considerata sede disagiata e destinata a non avere futuro.
E in questo, questa opinione negativa che circola da mesi se non da anni sull’ospedale di Agnone, c’è la responsabilità anche di chi continuamente, sulla stampa o sui social, pubblica e posta notizie negative, mettendo in luce solo le criticità della struttura sanitaria altomolisana. I vincitori dei concorsi sono, purtroppo per noi, medici che già lavorano altrove, quindi non parliamo di precari o disoccupati che magari avrebbero maggiore interesse a voler prendere servizio qui in Alto Molise. Parlo, sia chiaro, di contratti a tempo indeterminato per dirigenti medici. Ripeto, nessuno ha accettato la sede di Agnone. Non possiamo obbligare i medici a venire a lavorare ad Agnone, non ne abbiamo facoltà, né diritto. Sono scelte libere e autonome. Ho i telegrammi ufficiali inviati ai singoli medici che testimoniano la nostra volontà aziendale di trovare nuovo personale medico per il “Caracciolo”. Ci sentiamo responsabili, io in prima persona, perché come Asrem non riusciamo a dare risposte concrete alle legittime esigenze della comunità di Agnone, ma più che indire i concorsi pubblici per reperire nuove risorse umane davvero non possiamo fare. Abbiamo anche pensato di dare degli incentivi ai medici, proprio per farli venire qui ad Agnone.
Confermo quindi le indiscrezioni circolate sulla stampa: stiamo tentando di trovare delle soluzioni abitative, dei veri alloggi di servizi da assegnare ai medici che scelgono Agnone. Smentisco categoricamente invece le voci secondo le quali saremmo a caccia di medici africani o di altri paesi. Mi spiego: ben vengano medici da qualsiasi parte del mondo, ma noi per trovare personale possiamo solo indire i concorsi pubblici. Altri modi di reclutamento sono fantasie o, peggio, sciocchezze». In merito alla obiezioni circa il mancato riconoscimento dello status di ospedale di area disagiata, cosa avvenuta soli cinquanta chilometri più sud, ad Atessa precisamente, il capitano Forciniti è stato chiaro: «Formalmente lo status di ospedale di area disagiata è stato riconosciuto anche ad Agnone. Il problema, torno a ripetere, è la mancanza di medici. Se ho un ospedale, ma non ho medici per farlo funzionare capite bene che ho un serio problema da risolvere, ammesso che sia possibile farlo». Insomma nubi nere di addensano all’orizzonte del “Caracciolo”, probabilmente destinato a diventare davvero un ospedale senza medici entro pochi mesi. Ma nonostante questi segnali oggettivamente negativi, il dottor Forciniti ha tentato di trasmettere ottimismo. E’ al lavoro per trovare una soluzione, contro ogni apparenza e tendenza. Infatti, in chiusura di intervento, sollecitato in tal senso dalle proteste dell’assessore Edmondo Amicarelli, il direttore dell’Asrem una mezza soluzione l’ha trovata: «Posto che come azienda non possiamo obbligare i medici ad accettare la sede ospedaliera di Agnone, sicuramente possiamo richiedere d’ufficio la mobilità dagli altri ospedali, come ad esempio Isernia, ma per un periodo limitato di trenta giorni». Di qui la proposta di Enrica Sciullo, infermiera e battagliera esponente, anche nel recente passato, dei comitati in difesa del “Caracciolo”, di «procedere ad una sorta di turnazione della mobilità dagli altri ospedali». L’idea, semplice ma che potrebbe funzionare, è quella di reiterare di mese in mese gli ordini di servizio in modo da assicurare la presenza dei medici nei reparti dell’ospedale dell’Alto Molise. Potrebbe funzionare, almeno nel breve periodo, anche secondo Forciniti, e per garantire quelle professionalità che mancano, come ad esempio l’anestesista rianimatore. Questo permetterebbe di far funzionare a pieno regime anche il Pronto soccorso. Un’idea che il capitano Forciniti ha preso seriamente in considerazione.