Morti bianche, conta il profitto ma non la sicurezza dei lavoratori

REDAZIONE

Dai dati Inail, i morti sui luoghi di lavoro, sono stati circa 700 nel 2018. Sembrerebbe un
fastidioso bollettino di guerra, solo che le vittime non hanno scelto di combattere, ma solo di lavorare per
assicurare una vita dignitosa a sé e ai propri familiari. L’ultimo caso è stato registrato, pochi giorni fa, in un
opificio nel nucleo industriale di Pozzilli. A intervenire sulla questione è il sindacalista della Uil Claudio
Perna. “Ancora una volta come sindacati dobbiamo intervenire perché un operaio muore sul posto di
lavoro. Ricordo che la sicurezza sul posto di lavoro è fondamentale per la tutela della salute del lavoratore.
Infatti – spiega il sindacalista – con sicurezza sul lavoro s’intendono tutte le misure che vengono adottate
per rendere salubri e sicuri i posto di lavoro. Questo per evitare tutti i rischi che possono essere connessi a
ogni attività lavorativa, per ridurre o eliminare il rischio di infortuni, ma anche di incidenti. Il nostro
sindacato ha le idee chiare sulle cause e sulla responsabilità di ogni infortunio. Da tempo chiediamo
maggiori controlli e sanzioni più severe e che si dia la giusta attenzione alla formazione sulla sicurezza ed al
suo costante aggiornamento”. Le categorie che hanno il maggior numero di morti sono la categoria
dell’agricoltura che registra il 33%; La seconda è l’edilizia che conta più del 15%; Terzo gli autotrasportatori,
il 12% e così via. Senza parlare dei morti in servizio, come gli uomini delle Forze dell’Ordine e Vigili del
Fuoco, categoria di un Dio minore che addirittura spariscono dalle statistiche, non essendo assicurati Inail.
Insomma fa intendere il sindacalista Perna, formare adeguatamente un lavoratore, equivale ad avere
maggiore sicurezza sul lavoro, e forse anche meno gente inesperta e più vulnerabile agli infortuni. È
urgente aumentare i controlli e la formazione, pretendere la messa in campo di tutte le misure di sicurezza,
aumentando la prevenzione e i controlli in azienda. Se non si rispettano le norme, anche il lavoratore può
essere punito se appunto non rispetta tali obblighi con multe che vanno dai 50 ai 600 euro, ma questo
succede raramente: di solito si procede con un richiamo o una segnalazione. Il Testo Unico comunque
prevede che il ruolo del lavoratore sia particolarmente attivo, sempre ammesso che sia in condizioni, di
poterlo essere.