Un episodio che ha fatto nuovamente salire la tensione in Molise. La popolazione è preoccupata e la nostra redazione è stata subissate da segnalazioni e proteste dei cittadini. Che vogliono chiarezza e risposte in merito alla sanità molisana. Domande e richieste di chiarimento che abbiamo girato al direttore generale dell’Asrem Gennaro Sosto.
Nella giornata di martedì un 47enne si è sentito male a Larino. Da qui il trasferimento a Termoli e il successivo spostamento a San Giovanni Rotondo. Dove l’uomo è deceduto in serata. Al San Timoteo si è registrato anche il non funzionamento della tac, unica del Basso Molise, per manutenzione programmata.
“Ovviamente il non funzionamento della tac – ha esordito Sosto – non c’entra nulla con il decesso. Giunta la chiamata al 118 – ha spiegato il dg dell’Asrem – il paziente è stato trasportato al pronto soccorso dove è stato stabilizzato. Poco dopo è stato trasferito al centro neurochirurgico più vicino perché dall’evidenza presentava un’emorragia cerebrale e l’unica soluzione era provare il trattamento chirurgico.
Perché non è stato trasferito a Pozzilli?
“Il trasferimento in urgenza viene sempre effettuato in un centro che abbia le urgenze. Su Pozzilli lavoriamo con il programmato, non c’è un centro per le emergenze, quindi in prima istanza ci rivolgiamo ad una struttura che abbia anche una dotazione di pronto soccorso. In Molise non c’è un centro di emergenza neurochirurgica, ma questo è risaputo, perché in base agli atti di programmazione non abbiamo il bacino d’utenza per un centro neurochirurgico emergenziale. La neurochirurgia è garantita dal Neuromed per il programmato e per i politraumi, ossia traumi che interessano vari arti compresa la testa, utilizziamo un ‘trauma team’ con dei neurochirurghi che nel momento in cui c’è un politraumatizzato e non è possibile trasferirlo e siamo obbligati a trattarlo in Cardarelli, sono presenti sul posto. Se la situazione è emergenziale, come nel caso di martedì, ci rivolgiamo ad un centro che gestisca le emergenze. E ad ogni modo, da quanto appreso, non sono riusciti nemmeno ad effettuare l’intervento a San Giovanni Rotondo perché c’era un’emorragia in corso”.
Se il paziente fosse stato a Campobasso, cosa avrebbe previsto il protocollo?
“Le emergenze su Campobasso possono essere trattate al Cardarelli. C’è un’integrazione, prevista dalla convenzione, tra i nostri neurochirurghi e quelli di Pozzilli”.
Allora perché da Termoli il paziente non è stato portato a Campobasso?
“Perché non era un trauma, ma un intervento neurochirurgico. Se arriva un paziente su Campobasso, viene trattato in emergenza, se arriva a Termoli bisogna trasferirlo in un reparto di neurochirurgia e al Cardaelli non lo abbiamo”.
E’ possibile che una tac che copre tutto il Basso Molise sia fuori uso?
“Stavano facendo la manutenzione. Purtroppo sono macchine e raggiunto un certo numero di esami hanno necessità di essere revisionate, anche per sostituzione pezzi”.
Però la manutenzione sarà effettuata di nuovo tra qualche mese, se ci sarà un’emergenza quel giorno, cosa succederà?
“L’unica cosa che possiamo ipotizzare è l’acquisizione di una seconda macchina. Abbiamo fatto un programma di finanziamenti che prevede un investimento di almeno 25 milioni di euro di tecnologie da acquistare con fondi che il ministero mette a disposizione. La mia richiesta è stata recepita dalla Regione”.
I cittadini molisani si chiedono se in questa regione sia ancora garantito il diritto alla salute sancito dalla Costituzione.
“Sinceramente non capisco. Vuole dire che questo evento fa ipotizzare un’assenza di garanzia per la salute? Se l’intervento non è stato nemmeno effettuato, mi spiega qual è stata la criticità? Il danno emorragico che era in corso non consentiva di operare. L’intervento non si sarebbe potuto effettuare anche se ci fosse stata neurochirurgia a Termoli. E il punto di primo intervento a Larino non avrebbe cambiato la situazione. Queste patologie non sono tempo-dipendenti perché non è possibile proprio effettuare l’intervento. Il paziente è stato subito stabilizzato e trasferito e i ragazzi di Termoli hanno fatto tutto il possibile in un tempo minimo e rispettando le regole. Poi le scelte dei tecnici hanno sancito che per il bacino d’utenza, il Molise non possa avere la neurochirurgia emergenziale. Lo hanno deciso gli stessi neurochirurghi seguendo target scientifici”.
Il ministro Grillo ha annunciato una task force in regione per accertamenti sul caso. E’ preoccupato?
“Siamo fiduciosi di avviare questo percorso con il ministero in modo tale da far comprendere che rispetto agli atti di programmazione abbiamo operato tutte le scelte corrette. La programmazione poi non dipende da noi. Se ci saranno altre soluzioni dal punto di vista programmatico, – ha concluso il dg Sosto – ci affretteremo a mettere in atto le eventuali nuove indicazioni che ci verranno date”. mdi
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