Prosegue in regione il dibattito sul ddl proposto dai deputati Pd, Morassut e Ranucci, che punterebbe alla riduzione delle regioni italiane da 20 a 12 e allo smembramento del Molise con la provincia di Isernia annessa alla regione Adriatica e quella di Campobasso alla regione di Levante. Sul tema oggi interviene il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Niro. ?L?articolo 131 della Carta Costituzionale, con estrema chiarezza, indica il numero delle Regioni Italiane e le individua con il proprio nome; il successivo articolo, il 132, con altrettanta nitidezza, specifica come solo tramite un processo straordinario, di rango, appunto, costituzionale, pu? essere mutato tale numero, sulla base di motivazioni chiare e forti. Questi articoli non sono estemporanei, ma sono il frutto di un ragionamento attento, metodico, coerente e illuminato, che i Padri Costituenti, di ogni forza politica, fecero, pensando ad un regionalismo organicamente strutturato sui territori, capace di leggerne i bisogni, sia piccoli che grandi, e in grado di rappresentarne evidenze culturali, strutturali, demografiche ed economiche.
Il tutto in una logica di solidariet? e di sussidiariet? rispetto agli altri organi della Repubblica. (…) L?Ordine del Giorno votato qualche giorno fa in Senato, – continua la nota del presidente Niro – che come si legge dal sito della stessa Assemblea parlamentare, ha visto diviso anche il Partito del proponente, dunque non pu? che essere letto semplicemente come un invito a far si che realt? pi? piccole lavorino insieme per meglio giungere ad un risultato di efficacia ed efficienza delle funzioni ad esse dedicate. Diversamente si porrebbe in contraddizione con il percorso di riforme fino ad oggi fatto, prescindendo da ogni altra valutazione di merito.
Va, infatti, tenuto presente che lo stesso provvedimento, che ? solo un’espressione di volont? politica di un ramo del Parlamento, ? stato votato mentre il medesimo Legislatore, agendo in un percorso questa volta molto pi? impegnativo in quanto costituzionale, stava votando, in terza lettura, la riforma della II parte della Costituzione. (…). La riforma all?esame del Senato, oggetto di un serrato confronto con le Regioni che ne contestano diversi punti, non mette mai in discussione la strutturazione dell?assetto politico-geografico ed istituzionale del territorio nazionale, incluso ovviamente il numero e la definizione territoriale delle Regioni. Un assetto, come per il nostro Molise, frutto di un lungo, ampio ed approfondito dibattito di notevole levatura culturale, politica ed istituzionale, teso a garantire ad ogni realt? territoriale il diritto dovere a scrivere le proprie linee di crescita e sviluppo. Condizione questa che ci ha permesso di riaffermare la nostra identit? culturale e di essere artefici, come popolo e territorio, di uno sviluppo economico e sociale, mai prima conosciuto. Un basilare diritto, dunque, che dobbiamo difendere e che come Presidente del Consiglio, a nome anche di tutti i suoi componenti, attuali e del passato, mi sento di ribadire e di voler tutelare essendo un ‘bene’ importante che ci ? stato tramandato e che abbiamo il dovere di proteggere e lasciare ai nostri figli. Rimane, comunque, l?assoluta necessit? di raccogliere, come in parte gi? si sta facendo, la sfida di collaborare insieme ad altre regioni per migliorare le prestazioni dei servizi ai cittadini e per raggiungere economie di scala che non sacrifichino per? n? i diritti singoli che quelli
collettivi delle Regioni e dei territori che sono chiamati dalla Costituzione italiana, ma anche da logiche organizzative europee a governare e amministrare liberamente secondo la volont? dei rispettivi abitanti?.
Articolo Precedente
A spasso con auto fantasma: bloccati dalla Polizia di Isernia
Articolo Successivo