Mimmo Lucano a Campobasso: «O stai dalla parte dell’umanità o della disumanità»
NOEMI GALUPPO
CAMPOBASSO
Molti lo definiscono l’“anti-Salvini”, una attribuzione che gli è stata donata per il modello di integrazione e di accoglienza dei migranti in Calabria, al contrario del vento che tira attualmente in Italia. E’ Mimmo Lucano. Sindaco di Riace dal 2004 e poi sospeso lo scorso ottobre per questioni giudiziarie ormai note a tutti.
Ieri è arrivato a Campobasso per parlare di rigenerazione delle aree interne. Invitato da associazioni, Cgil e Chiesa. È visibilmente provato, forse dalla trasferta forse dalla vita, quando – dopo un viaggio sui mezzi pubblici – arriva al Palazzo Gil. Ad aspettarlo un nutrito pubblico, quello delle grandi occasioni. Riconosce di avere grande visibilità Mimmo Lucano, ma la definisce involontaria. «Spero che dopo il ricorso in cassazione possa ritornare ad essere sindaco perché ho passato un inferno con questa misura cautelare che pesa nell’anima. Avrei potuto evitarla dimettendomi, – spiega – ma non l’ho fatto per orgoglio».
La sua persona è diventata simbolo dell’accoglienza e del diritto all’uguaglianza. «Il tema dell’accoglienza – chiosa Lucano – non lascia spazio a diplomazia e mediazione. Non ci sono posizioni intermedie. O stai dalla parte dell’umanità – questo il suo messaggio – o della disumanità».