Migrante muore di tubercolosi, l’Asrem avvia gli accertamenti

I medici del Cardarelli ce l’hanno messa tutta per cercare di tenerlo in vita, sottoponendolo a tutte le cure che il caso richiede. Ma, per un migrante di 37 anni – ricoverato nel reparto di Malattie Infettive – non c’è stato nulla da fare. Quando è arrivato in ospedale le sue condizioni erano già gravi, i sanitari lo hanno ‘trattato’ con terapie antibiotiche a cui il sistema immunitario del giovane ha fatto resistenza.

Poi il quadro clinico si è ulteriormente aggravato, al punto tale da arrivare alla morte, avvenuta nella giornata di martedì. Il giovane era ospite di un centro di accoglienza in un paese della provincia di Campobasso, un nucleo molto ristretto di persone dicono dall’Asrem, da cui arrivano rassicurazioni anche su quanto accaduto. “Si tratta di una forma non contagiosa – spiega il  direttore sanitario Antonio Lucchetti – ad ogni modo già da domani (oggi ndr) avvieremo tutte le verifiche  necessarie e gli esami sul posto. La situazione è sotto controllo, non c’è da allarmarsi”. Il dottor Lucchetti, inoltre, spiega come già tempo fa il 37enne era stato sottoposto ad alcuni accertamenti, risultati negativi.

Ma, di certo è in seguito a questo screening che il giovane ha sviluppato questa forma di tubercolosi, causata dal bacillo di Koch, l’agente eziologico che si diffonde nei polmoni e grazie al sangue in tutto il corpo: le parti che vengono coinvolte durante il processo morboso sono principalmente i polmoni, il fegato, la milza e i reni. La situazione pare fosse già compromessa quando il ragazzo è giunto al Cardarelli, tant’è che le cure non hanno sortito nessun effetto.