Convalidato il fermo di Antonello Nicosia. Nelle pagine dell’inchiesta sottolineata la pericolosità dell’uomo
Quasi 250 pagine di ordinanza nelle quali il Gip di Sciacca, Alberto Davico, traccia un giudizio pesante su Giusy Occhionero, la parlamentare ex Liberi e Uguali oggi Italia Viva coinvolta nella vicenda che ha visto l’arresto di Antonello Nicosia, suo collaboratore alla Camera dei Deputati. Per il giudice per le indagini preliminari, stando a quanto riportato sul sito di Repubblica, avrebbe avuto un «grave difetto di consapevolezza» oppure «una connivenza». Si tratta di un giudizio ovviamente sospeso considerando che la Occhionero non è indagata. Nelle pagine dell’inchiesta, però, il giudice sottolinea la pericolosità di Nicosia che durante le ispezioni in carcere con la deputata entrava in contatto con i fedelissimi del latitante Matteo Messina Denaro. «Tramite un messaggio proveniente dalle carceri può essere ben ordinato un omicidio e garantita l’operatività di Cosa nostra», ricorda il giudice, che ha convalidato il fermo per Nicosia e per altri quattro indagati. E mentre è stato convalidato il fermo di Antonello Nicosia, il Gip parla di “gravissimo contesto associativo di riferimento e la non occasionalità delle condotte degli indagati Dimino (il capomafia di Sciacca – ndr) e Nicosia a pieno titolo inseriti – scrive – nell’ambito della criminalità organizzata di stampo mafioso e comunque in gruppi operanti con metodo mafioso collegati fra loro da vincoli stringenti». Sotto la lente, nelle pagine dell’inchiesta, sono andate a finire e sono state evidenziate anche le «infiltrazioni gravissime di Cosa nostra negli apparati dello Stato strumentalizzati per fini apparentemente nobili, in realtà volte ad alleggerire il rigore della detenzione dei mafiosi».