M5S, anche il senatore molisano Di Marzio firma con i “salva poltrone”

Ora si potrà chiedere un referendum confermativo per bloccare la riforma che taglia i posti da parlamentare fortemente voluta proprio dal Movimento

ROMA. Tra le 64 firme necessarie per chiedere un referendum confermativo e bloccare la riforma che taglia i posti da parlamentare, c’è anche quella del senatore molisano del M5S, Luigi Di Marzio. Dopo essere stato “trattenuto” fatica dai “pompieri” del suo partito dal canto delle sirene della Lega di Salvini e del gruppo Misto, i tormenti di Di Marzio sono venuti alla luce in dissenso dal gruppo del M5S e che aveva voluto fortemente la riforma festeggiando poi davanti a Montecitorio dopo il voto quasi unanime della Camera (M5S, Pd, Italia Viva e Leu, ma anche Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) per ridurre i deputati da 630 a 400. Il provvedimento è stato poi approvato in via definitiva quando era già nato il governo Conte 2 composto da Pd, Italia viva, Leu, M5S. Ora l’attesa è tutta per conoscere come si comporteranno i vertici del Movimento – Di Maio in primis –  dopo questo “strappo” firmato Di Marzio, Mario Michele Giarrusso e Gianni Marilotti per i quali, all’orizzonte, potrebbe profilarsi anche l’espulsione.

A firmare per il referendum sono stati, però, soltanto senatori e l’ultimo voto per il tagliapoltrone a Palazzo Madama risale all’11 luglio: all’epoca al governo c’erano ancora i grillini e la Lega, con molte componenti dell’attuale maggioranza all’opposizione. Un risultato che rafforza le speranze di chi punta su elezioni anticipate. Se, infatti, il governo cadesse nei prossimi mesi, nel periodo in cui saranno in corso le procedure per il referendum, si tornerà alle urne per eleggere l’attuale numero di quasi mille parlamentari, non ridotto del 30 per cento come previsto dalla legge.