Luigi Castellitto, il suo amore per il cinema tra avanguardie sovietiche e 16 millimetri
Il digitale non lo affascina. Figuriamoci l?alta risoluzione. Non cerca la perfezione nelle immagini, la nitidezza, quei colori ?sparati? che a volte riescono addirittura a far sembrare migliore quello che il solo occhio umano percepisce come mediocre. Eppure ? un ragazzo di soli 36 anni che, alla luce della sua et?, si potrebbe pensare prediliga le nuove frontiere del cinema, proiettato verso un uso sfrenato della tecnologia. Luigi Castellitto, invece, vive controcorrente. O meglio seguendo una precisa corrente che oramai si pu? apprendere solo sui libri. In una stanza riadattata a studiolo si districa tra Super 8, 16 millimetri e cineprese russe degli anni ?40. Quando si libera dal lavoro ? Luigi collabora con la cooperativa Laboratorio Aperto nella promozione del benessere psicofisico ? non perde l?occasione di dedicarsi alla sua passione pi? grande.
E? un cultore di un cinema d?altri tempi, che per? si sposa perfettamente con la sua idea di vedere la realt?.
Luigi, ma quando ? sbocciato questo amore per il cinema?
?E? nato quando ero un bambino, alle elementari, con i film horror a cui ho unito una letteratura a tema – in principio molto semplice ? leggende, folklore… All?inizio non si trattava necessariamente di film, ma anche se guardavo cartoni animati mi appassionava sempre pi? il genere oscuro. I ragazzi della mia generazione ricorderanno Devilman o Bem il mostro umano?.
Alle elementari si ? ancora molto piccoli, hai dovuto aspettare qualche altro anno prima di fare il passaggio da semplice spettatore ad autore di cortometraggi?
?Beh s?, il tempo necessario di crescere un po? e far nascere quella voglia voler ?dire la mia?. Una ventina di anni fa mi sono avvicinato alla tecnologia del periodo, quella del VHS, iniziando con spirito di emulazione. Poi man mano la cosa si ? trasformata in una forma di comunicazione personale. A me piace esprimermi con le immagini, a volte preferendola alla comunicazione classica per quanto possa sembrare assurdo. Tra l?altro questo esprimermi non per forza deve avere un ricevente, io lo faccio per sfogare questa voglia di uscire fuori?.
Come dicevamo la tua, per?, ? una passione un po? fuori dal comune. Dove nasce?
?Effettivamente io mi nutro pi? di movimenti artistici che di generi cinematografici. Parlo dell?espressionismo tedesco, il surrealismo, le avanguardie sovietiche e l?horror d?autore, che resta uno dei miei capisaldi?.
Questo per? non comporta il dover utilizzare per forza di cose pellicole al posto di una pi? comune videocamera hd.
?La tipologia di cinema all?antica che io amo ? irriproducibile non solo con il digitale, ma anche con le semplici videocassette o con il nastro magnetico. Mi piacciono quel senso e quelle sensazioni di vintage. Io non cerco il bello, ma l?originale. Questo pensiero si proietta non solo nelle immagini ma anche nel sonoro, ad esempio. E poi questi strumenti mi permettono di pensare di pi?, di ragionare su ci? che sto filmando, mentre il digitale ha degli spazi infiniti. Con la pellicola hai un tempo ristretto, quindi devi impegnarti maggiormente e lavorare con la mente e con il cuore?.
Ci parli un attimo del tuo ?armamentario??
?Ok? allora uso un formato molto classico che si chiama 8 millimetri – che poi era quello utilizzato dagli amatori per immortalare ad esempio una vacanza, una gita al mare -alternativa meno costosa del 35 mm. Poi il Super 8 nella variante giapponese che si chiama Single 8, il 16 millimetri e il 9,5 che ? un formato inventato in Francia nella prima met? del 900. Negli anni ho acquistato uno o pi? cineprese per ogni formato, oltre all?attrezzatura per i passaggi successivi: le moviole per guardare il risultato delle riprese, le giuntatrici (per tagliare e giuntare le scene) e le pistatrici: in Italia siamo pochissimi ad utilizzarle e servono per ?incollare? una pista magnetica sul dorso della pellicola dove poi si va ad applicare l?audio. Ovviamente per il risultato finale serve un proiettore.
Il risultato dei tuoi lavori confluisce su un canale YouTube giusto?
?Si ho aperto un canale ?Occhio sulle espressioni? che poi ? anche il nome del blog che curo oramai da anni e dove mi confronto con appassionati della materia di tutto il mondo?
Quali sono i soggetti che prediligi?
?Preferisco gli interni, i dettagli, gli oggetti. Preferenza mancata per l?uomo, non lo riprendo quasi mai. E? il risultato delle mie scelte di vita, preferisco non essere al centro dell?attenzione, apprezzo molto la solitudine?.
Pensi che il cinema ti abbia aiutato in questo percorso di riabilitazione dalla malattia mentale?
?Certo, ? una valvola di sfogo sotto diversi aspetti. Devi uscire con la cinepresa, spedire il materiale, montare, cos? facendo non resti a letto a fissare il soffitto. Resti attivo sotto il profilo fisico e mentale e poi ? stato importantissimo perch? mi ? servito per comunicare?.
Di una cosa ne sei convinto tu stesso. Non ? per nulla facile interpretare i tuoi lavori?
?Sono molto ermetici effettivamente (e sorride). C?? bisogno di un mio commento, altrimenti ? difficile capire a pieno il significato di ci? che voglio dire?.
A questo punto conosciamo abbastanza di te, ma devi svelarci ancora un particolare molto importante. Il tuo film preferito.
?Il gabinetto del dottor Caligari?. A.S.
Il blog di Luigi Castellitto: http://occhiosulleespressioni.blogspot.it/
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