di Vittorio Labanca
AGNONE. Ha dovuto tribolare per quattro anni fra studi legali e studi medici-specialistici per dimostrare la propria innocenza. Per dimostrare che la sua cecità non era una finzione e che non aveva inteso gabbare nessuno o rubare soldi di sussistenza all’Inps. Così ha un epilogo la triste storia di Lucia Orlando, 27enne di Agnone, accusata dalla Guardia di Finanza di Isernia di esser una falsa invalida, una finta cieca, e finita sulle rubriche scandalistiche dei giornali, delle televisioni, compresa Striscia la Notizia.
Ripresa dagli inquirenti mentre era a seguito di una processione o mentre faceva rientro in casa da sola e dove dava l’impressione di essere autonoma. Evidentemente movimenti e passi guidati dall’abitudine del solito percorso, da punti di riferimento o anche tattili o stimolati da altri sensi e quasi sempre condivisi con la mamma che soffre della stessa patologia. Ma le immagini secondo l’accusa valevano più di mille parole. E così l’avvocato Lorenzo Marcovecchio difensore della Orlando, ha smontato ogni capo d’accusa. La stessa ragazza, per volontà del suo legale, è stata sottoposta ad una visita specialistica all’Umberto I° di Roma e gli stessi esami clinici hanno spazzato ogni dubbio sulle ipotetiche false verità. Purtroppo Lucia agli esami medici è risultata cieca e, nel contempo, proprio grazie al suo non vedere è per la Legge innocente. Quindi, il Decreto di archiviazione emesso dal Tribunale di Isernia su richiesta del Pubblico Ministero.
“Il caso è stato più semplice del previsto. E’ bastata una visita medica-specialistica che in precedenza non era mai stata eseguita –ha detto l’avvocato Lorenzo Marcovecchio che ha difeso la Orlando- mai richiesta nel corso delle indagini per dimostrare che, ahinoi, la signora Orlando è davvero cieca. Non c’è stato nessun dibattimento o rinvio a giudizio ed il caso è stato così archiviato”. Ma al di là del caso giudiziario resta il dolore provato dalla giovane agnonese che ha subito in questi anni il blocco del sussidio economico mensile concessole per la sua patologia handicappante, nonché il sequestro di due appartamenti. “Per quattro anni –ha detto Lucia Orlando- ho vissuto con angoscia, dolore, mortificazione e rabbia l’indagine e l’accusa di essere una “falsa cieca”. Ora, seppur nello sconforto del mio assoluto handicap visivo, ringrazio l’avv. Lorenzo Marcovecchio per aver creduto e ottenuto l’archiviazione definitiva della pratica aperta nei miei confronti dal Tribunale di Isernia. Tutti i tasselli ora sono tornati al posto giusto. Certamente non potrò riacquistare la vista –conclude l’agnonese- ma la mia dignità, quella sì”. E per una donna che purtroppo nella sua vita non vedrà mai il sole ci sono tanti che fingono false patologie per estorcere denaro e assistenza. “Quando sento di questi casi –chiosa Lucia Orlando- provo tanta rabbia perché spesso non si va mai fino in fondo in questi casi. Purtroppo sono in tanti a farla franca a dispetto invece di chi quotidianamente convive con le propria disabilità”.