Lombardozzi, il salvagente di Casapound

Francesca Bruno contro la maggioranza: «Basta giochi di potere, esistono questioni più importanti»

La bagarre attorno all’elezione del presidente del Consiglio comunale sembra non volersi placare e quotidianamente, sia dalla maggioranza che dall’opposizione, provengono moniti o linee di indirizzo su una questione che, presumibilmente, avrà delle ripercussioni anche sul piano politico regionale. Una vera e propria prova di forza per i diversi consiglieri e assessori regionali, pronti a sponsorizzare il proprio uomo. Si scrive Lombardozzi e Fantozzi ma si legge Iorio e Niro. Con Roberto Di Baggio alla finestra, pronto a sfruttare il rapporto di fattiva collaborazione con il sindaco. Chi la spunterà?

Il vincitore, chiunque esso sia, avrà un peso specifico all’interno del centrodestra. La presidenza del Consiglio comunale di Isernia, insieme alle elezioni Europee, rappresentano la resa dei conti. Il punto di non ritorno per una coalizione politica – è tale in Consiglio regionale – che rappresenta ancora un marasma troppo eterogeneo, con un’infinità di correnti e gruppi divisi tra loro. L’ex governatore, Michele Iorio, ha posto il suo veto: Lombardozzi non si tocca, deve essere riconfermato. Un messaggio destinato soprattutto ai piani alti. Perché se a Palazzo San Francesco in caso di sfiducia a rimetterci sarebbe lo stesso Iorio, considerato che la giunta è una sua creatura politica, in cui ci sono molti suoi fedelissimi, a livello regionale il suo voto, insieme anche a quello degli altri esponenti di Fratelli d’Italia, conta molto di più. Lo scontro è con i Popolari, pronti a sposare la causa di Gianni Fantozzi, anche se, secondo indiscrezioni, la compagine di Niro a Isernia potrebbe “accontentarsi” anche di un assessorato. Ma Lombardozzi, lungo la strada che porta alla sua riconferma deve superare un altro ostacolo: il gruppo Isernia Migliore, il più numeroso in Consiglio. E’ vero che il movimento che fa capo a Di Baggio è in minoranza ma, di fatto, fino ad ora, tutti i finanziamenti che da via Genova sono arrivati in città sono passati per l’assessore isernino. Se Di Baggio decidesse di chiudere il rubinetto dei finanziamenti la macchina amministrativa resterebbe paralizzata.

E’ Linda Dall’Olio la prescelta. La consigliera comunale, tra l’altro sponsorizzata dall’onorevole Annaelsa Tartaglione, potrebbe essere la pedina da giocare per la presidenza del Consiglio comunale. Anche perché qualora dovesse essere sponsorizzata da Di Baggio e Tartaglione, Raimondo Fabrizio, unico vero rappresentante di Forza Italia in Municipio, sarebbe pronto a salutare il partito di Berlusconi. I rapporti tra l’avvocato isernino e i vertici regionali sono sempre più freddi, prova ne è la sua presenza molto fredda durante la conferenza stampa di FI, tenutasi venerdì scorso a Palazzo San Francesco e, addirittura, la sua assenza al gazebo allestito sabato in piazza Celestino V dal coordinamento regionale.

Fabrizio, dal canto suo, ha sottolineato che i giochi per le poltrone lasciano il tempo che trovano. Ben altre urgenze ha il capoluogo pentro. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la consigliera Francesca Bruno che, in qualche modo, ha lanciato un assist a Lombardozzi. In una nota stampa, infatti, l’esponente isernino di Casapound ha dichiarato che esistono temi ben più importanti che bisognerebbe affrontare: «La polemica sulla questione del Presidente del Consiglio comunale – ha spiegato – sta stancando me come i cittadini di Isernia, che aspettano risposte su temi decisamente più importanti. La divisione delle poltrone, decisa con l’intervento al di fuori del Consiglio, sta occupando da mesi i pensieri dell’amministrazione, che sta tralasciando tematiche di primaria importanza: decoro pubblico, sicurezza dei luoghi destinati alla socializzazione di adulti e bambini, sicurezza nei punti nevralgici come stazione e terminal e molto altro. La questione delle poltrone poco mi appassiona, quindi invito i colleghi consiglieri a risolverla e accantonarla il prima possibile, in modo da tornare a dare le risposte che la cittadinanza, stremata da insicurezza economica e sociale, davvero aspetta».