L’olio del caro amico Angelo Angiulli da Mottola (Provincia di Taranto), trae le sue origini proprio dal comprensorio più ampio e ricco dell’arco Jonico che si dipana lungo la Murgia meridionale pugliese; terra di passaggio, fra “uomini santi”, verso la terra di Gesù e transumanze , fiumi di ovini, dall’Abruzzo e Molise, per la vita a sud-est e noi provenienti ,più da sud-est, dalla “madre Grecia! Siamo nella cosiddetta subregione delle gravine, per cui l’ambito territoriale di produzione dell’olio di Angelo si erge nel contesto della suggestiva e affascinante Gravina di Petruscio. Tra la ricca e spettacolare vegetazione, i secolari e maestosi olivi hanno fatto la storia di questo paesaggio agrario del tarantino ove l’olio ha giocato un ruolo molto importante sia nel campo economico che culturale. Ovviamente parliamo di una cultura che affonda le sue radici nella più generale evoluzione geomorfologica del bacino mediterraneo sin da tempi remoti (dalla preistoria al periodo classico, al medioevo e così via). Ma…non solo…Le olive che frange Angelo, offrono un olio speciale, particolare: un olio “santo”… se così possiamo dire………..e non è una pubblicità!…….
…….E’ un qualcosa invece che scaturisce pur sempre dalla passione per quella “cultura ipogea”, trascurata e non valorizzata dagli organi competenti e istituzionali, che caratterizza la nostra amata terra, talvolta amara per le asperità e conformazioni, ma pur sempre bella. Qui dominano nel silenzio gli eccelsi e antichissimi “trappeti” ovvero i frantoi sotterranei, dove ancora ci si muove nel misterioso buio ipogeo, fra le fragranze, il profumo di olio e il “sapore” di tufo calcarenitico……
…..Salnitri, di un oceano primordiale, milioni di anni fa!….
…..odori di fumo, di quei focolari, che ci hanno cresciuto nella semplicità e nel sacrificio di generazioni, che hanno “dato vita” alla pietra!
Scriviamo questo perché reputiamo sempre più importante e preziosa la sinergia tra territorio e uomo. Ma soprattutto perché riteniamo indispensabile l’amore per il territorio, come quello che nutre il nostro Angelo “petruscino”, ossia il “genius loci” di Petruscio… E’ davvero bella questa amicizia che ci lega a lui da anni… ma anche alla “sua” amata gravina, il canyon caratterizzato da anfratti naturali e da grotte artificiali, quelle scavate dall’uomo… sicché qui si ha il quadro cronologico completo della vita dell’uomo: si va dalle cavità neolitiche, che richiamano una sorta di “sopravvivenza”, alle cavità medievali legate alla difesa, alla spiritualità, al culto dei santi tra cielo e terra, alla vita lavorativa di ogni giorno…
La nostra vita qui, nel tempo presente, è per amore, per passione, per studio…diremmo per istinto?!
Angelo, qui ci vive da “tempi remoti”…..e fa vivere e rivivere questa terra col frutto naturale più bello, il “suo” olio!!!
Anche noi la viviamo da un po’ di anni questa terra, perché ce ne siamo innamorati anche grazie all’olio “santo” di Angelo, che troviamo veramente buono…., perché se così non fosse… questa sarebbe una banale divulgazione e pubblicità!……..
L’uliveto di Angelo si dipana intorno e dentro le sinuosità di una lama (piccola depressione carsica) che si snoda tra la casa di famiglia e la gravina di Petruscio. Un luogo di per sé santificato, perché vi dimorarono nell’agglomerato rupestre circostante comunità monastiche italo-greche provenienti dall’Oriente, di rito greco-bizantino, a causa delle persecuzioni iconoclaste (VIII d. C.)
….Ancor più, luogo“santo”, perché “puro”, incontaminato…
Petruscio è ”una fenditura di vita”, un grande solco nella madre terra, erosa, scavata, è pietra pregata…, pietra scolpita “santamente”!
Qui l’uomo ha trovato… e troviamo un equilibrio sano, naturale grazie al fascinoso ed inquietante habitat (il buio della forra, della grotta, degli antri naturali). Un vero “eden”… un cosmo ”incontaminato” che ti ammalia, che ti spinge a tornare dall’olio “santo” di Angelo.
Oggi come oggi, siamo in “aria”…. di ecologia, di ambientalismo, di prodotti “biologici!….
Ma, Angelo…., possiede un letale…, letame…! al massimo della fruttuosità, del risparmio energetico, del tempo da ottimizzare…! Costi accessibili…, tutto qui si fa sempre con naturale spontaneità, al di là delle tante tendenze in voga che incalzano sui social…qui si vive di sana e salutare bioagricoltura… quella di Angelo…, scandita da sempre, dai tanti secoli trascorsi, dalle stagioni, una cultura materiale che ha fatto la sopravvivenza, l’evoluzione, la “cultura”.
Si che sto vanando……, ma affermo bene: letame!…..
Da buon “uomo medioevale” di quella terra greco-bizantina, egli coltiva i suoi ortaggi in quel “quadro” che gravita intorno a Petruscio, un fazzoletto di“terra di pietra” (terra rossa-volu, nel dialetto salentino), che si è creato per degradazione della pietra calcarea di origine marina…quanti microrganismi, gli organogeni, e poi la calcite ecc. di milioni di anni fa… tutti elementi che vanno ad arricchire, l’humus vegetale.
Un fare animato da inconsapevole spontaneità che va ben oltre le scientifiche pratiche di “tendenza” ambientalistica, o di questo o quel parlare “senza frutti” che non produce risultati!…Qui invece si produce olio “santo”…
Angelo si che è integerrimo: è un carabiniere forestale (dell’ambiente!). Egli, inoltre, interagisce con fare naturale, coltivando e irrorando con l’acqua carsica recuperata in loco in una cisterna (magistralmente scavata); è l’acqua che non c’è!…. anch’essa è ipogea.
Direi, con fare, “antropodinamico”, che Angelo affonda le mani in quella terra, e così, in continuo divenire, coltiva ortaggi di ogni genere e stagioni. A fine coltura, lancia a pascere i suoi asinelli, il maiale, ma anche animali da cortile, sicché possano nutrirsi di tutte quelle piante ormai improduttive.
Funeste macchine trebbiatrici, trasformano oggi, proponendo un connubio mangereccio, le piante residue in “sostanza” cosiddetta organica fertilizzante…una realtà inaudita e improponibile!…. per le prossime coltivazioni e per gli olivi santi!
Ma a parte il mio continuare a vanare, tutto ciò, ci deve riportare alla mente proprio quel guano, scaturito dalle tante piccionaie scavate lungo le pareti, che andava a fertilizzare ed arricchire ulteriormente il povero terreno tufaceo degli insediamenti rupestri medievali. Si tratta sempre di quel bell’“equilibrio” che ci dona ancora oggi, la naturalezza di Angelo, che mette in evidenza la figura del genius loci e del suo prodotto, l’olio, che oltre ad essere biologico è anche ricco di “sacralità”, di spirito tellurico!…. che ti accompagna, arrampicandoti su per dirupi, “fatali”, nella magia del tempo! E, poi tutto intorno, a chiudere il rigoglioso orto, l’occhio viene catturato subito da quella orgogliosa e rigogliosa corona di ulivi che ci riportano iconograficamente all’orto del “Getsemani” che dà olio “santo“.
E’ questo in definitiva l’olio che Angelo invia ovunque, in tutta Italia. Si tratta di un nuovo “integratore” che tutti noi assumiamo, comunque, nella nostra eccelsa e sana dieta mediterranea!
Ma, a questo punto, per i benefici dell’olio, voglio cedere il passo all’appassionato amico Tonio, che ci segue e che ci apre la strada in quell’affascinante e misterioso dedalo, di tufo scavato. Da buon “eremita erborista” (la passione della sua vita), egli si interessa anche alle erbe che incontra tra la ricca vegetazione della gravina di Petruscio. Per questo, l’amico Tonio, si è prestato a stilare un documento per tutti noi, dalla sua “fratina” (si veda l’allegato alla mail:“beneficia olei”).
Per l’uso “universale” in cucina, invece, si veda anche l’allegato a cura di Cosimo:“Il cuciniere e l’universo dell’olio”.
E allora, buona lettura e buon appetito. P.S.:… non è un progetto di vita, giusto un dono arrivato da Petruscio con naturalezza. Sarà il magico “olio santo di Angelo da Petruscio!?
Cosimo Pentassuglia