L’inferno della sanità molisana, paziente grave resta in ambulanza perché non ci sono posti letto
Al peggio non c’è mai fine e notizie di questo tenore, purtroppo, sono ormai all’ordine del giorno e sembrano non urtare più di tanto la sensibilità dell’opinione pubblica. Ormai assuefatta ad una sanità che non è in grado di fornire più risposte adeguate.
L’ennesimo episodio degno di un Paese in via di sviluppo è accaduto questa mattina al Veneziale di Isernia. Dove un’ambulanza con a bordo una paziente con insufficienza respiratoria ha dovuto attendere fuori dal Pronto Soccorso perché non c’erano barelle, né posti letto.
Un solo dottore all’interno del reparto d’emergenza con oltre 20 pazienti in attesa, molti dei quali gravi, affiancato da due medici venezuelani, al loro primo giorno di lavoro e che non parlano nemmeno italiano.
«Abbiamo una paziente in ambulanza – ha dichiarato questa mattina la dottoressa del 118 – in condizioni critiche, con insufficienza respiratoria e affetta da gravi patologie, che non riusciamo a far entrare in Pronto Soccorso perché il primario ci ha informato dell’assenza di barelle e posti letto. Lui sta lavorando da solo con due medici venezuelani al loro primo giorno di servizio. Un’affluenza altissima di pazienti e un solo medico non è in grado di gestirli.
«La situazione – ha aggiunto il dottor Pastore, primario del reparto – è come al solito drammatica. Sono da solo con due medici venezuelani che non parlano italiano. Abbiamo pazienti gravi, alcuni dei quali abbiamo trasferito a Campobasso, c’è stato il decesso di una paziente, e posti letto non ce ne sono. E’ lo sfascio della sanità molisana che sembra non finire mai.»
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