Dopo ‘Libero’ anche ‘Il Fatto’ su Greco che torna a difendersi

Le elezioni regionali in Molise continuano ad essere un tema centrale del dibattito politico nazionale e anche i suoi candidati alla carica di presidente della Regione. Dopo il quotidiano ‘Libero’, anche ‘Il Fatto Quotidiano’ esce con un articolo sul candidato presidente pentastellato, Andrea Greco, e il suo presunto legame familiare con uno zio considerato affiliato alla camorra.

“Il ricordo di parentele imbarazzanti – si legge su ‘Il Fatto’ – turba la campagna elettorale del M5S in Molise” che riporta per intero il verbale delle dichiarazioni, risalenti al ’95, del pentito Francesco Neri che descrive così il personaggio dello zio di Greco in un modo tutt’altro che rassicurante e che potrebbe contribuire ad infangare l’immagine dell’aspirante presidente 5Stelle: “Era uno pericoloso, avrà ammazzato 200, 300 persone. Usciva e si prendeva la taglia su ogni affiliato del clan di Alfieri”.

Il candidato grillino ancora una volta torna a difendersi: “Il casellario giudiziale di mio padre è pulito e non risultano carichi pendenti. Non ha mai ospitato alcun esponente criminale in casa sua ed è stato anche ferito per sbaglio in un’operazione dei carabinieri. Lo Stato gli ha riconosciuto il danno subito che lo rende disabile da 36 anni. Lui è vittima di questa vicenda e io dovevo ancora nascere. Chi usa questa storia per attaccarmi è semplicemente un indegno e i cittadini ne trarranno le conseguenze. Mia zia  – continua Greco – nei primi anni ’80 sposò un appartenente a un’associazione criminale, ma di questo non può risponderne mio padre che, tra l’altro, in quel periodo è andato a vivere in un’altra città. E men che mai ne posso rispondere io che non ero neanche nato e che ho conosciuto questa storia in età adulta. È veramente indegno scendere a questi livelli quando non si hanno argomenti politici per contrastare gli avversari. Denuncerò chiunque metterà in giro falsità. Mio padre vive con una menomazione per un errore che è stato riconosciuto”.