«Leonardo: per molti un approfittatore , in realtà un grande benefattore della sua seconda patria, l’Italia»

Leonardo, all’anagrafe Leonardo Nascimento de Arauio, classe 1969, globetrotter del pallone, è stato ed è un uomo talmente versatile da avere tante carriere dopo il ritiro dal calcio giocato ( allenatore, talent-scout, uomo immagine, commentatore televisivo con Sky, direttore sportivo), al punto da far chiedere spesso al compianto Diego Armando Maradona, quale fosse il vero mestiere di Leonardo: il lobbista forse?Quel che è certo, oltre al suo essere poliglotta, è che sembra sempre vivere nell’attimo che precede, nell’intuizione della rifinitura, che, da giocatore ,era sempre la sua scelta preferita.Altrettanto certo è che ami l’Italia, forse anche più della sua vera patria, che è il Brasile, visto che vive stabilmente a Milano dal lontano 1997, ancora prima di mettere su la sua seconda famiglia col volto europeo di Sky, Anna Billo’ , dal quale ha avuto due maschietti, che si aggiungono ai 3 del suo precedente matrimonio.Parecchio sbertucciato dagli ambienti sportivi nostrani, che gli rimproverano oltre alla capacità di spesa ( un eufemismo..) della proprietà Qatariota del suo PSG, il fatto di essersi ( da ex milanista) approfittato della situazione contrattuale del fenomeno nostrano Gigio Donnarumma, per portarlo a zero nel suo club.Sostenere ciò, è davvero mendace.Chi lo fa, dimentica in primis che la volontà di non prolungare il rapporto col Milan è stata esclusivamente una scelta di Donnarumma, visto che al PSG guadagna più o meno quello che gli offriva anche il suo vecchio club.Certo, per i rossoneri la perdita economica e, soprattutto sportiva è incalcolabile, anche e soprattutto per quanto fatto dal portierone di Castellammare agli Europei.Un percorso da fenomeno vero, che ha indotto perfino il nostro sempre misurato Premier Draghi, a dedicargli un saluto ad personam nel ringraziamento pubblico post trionfo a Palazzo Chigi : “ Aho, ando stai.. ah, eccolo, è che parate ..”Di sicuro Dommarumma è stato ingrato verso il Milan, ma, i rossoneri, sono stati poco aiutati anche dalla stampa amica, che ha silenziato per troppo tempo la vicenda, nonostante la consunzione del vincolo contrattuale, un trattamento di riguardo tipico dell’era Berlusconi, che ha prodotto però risultati nefasti.La riprova la stiamo avendo col temutissimo rinnovo di Kessie, al quale invece si grida con accorta preoccupazione giornalistica già da un po’, ed infatti, la cosa sembra sia servita, visto che il traguardo del rinnovo del fortissimo mediano rossonero, è ormai prossimo.Chi critica Leonardo, dimentica anche che, per rispettare il suo vecchio ed amato Milan, stava quasi perdendo l’opportunità Donnarumma, al punto che la Juve era praticamente ad un passo dal grande colpo, al quale poi ha rinunciato per ragioni opinabili.Ma perché definiamo questo dirigente italo-brasiliano, formatosi alla scuola di Galliani per ben 6 anni, dallo stesso Leonardo definita “ l’università dell’amministrazione “, un benefattore dell’Italia e del calcio italiano?Nel farlo ci affidiamo ai fatti e ai numeri che le acquisizioni da lui operate hanno generato :Stagione sportiva 2011-2012 = Pastore acquistato dal Palermo per 42milioni; più altri 4 per Sirigu, sempre dal Palermo. A questi vanno aggiunti i circa 12 all’Inter per Thiago Motta e gli 8 alla Juve per Sissoko.
Stagione sportiva 2012-2013 = 42 milioni per Thiago Silva e 21 per Ztlan ; più 30 al Napoli per Lavezzi e 14 al Pescara per Marco Verratti.
Stagione sportiva 2013-2014 = 65 milioni al Napoli per Cavani più 32 alla Roma per Marquinos.
Stagione sportiva 2019-2020 = 50 più 18 di bonus facili per Icardi all’Inter, che era ormai fuori dal progetto Contiano, più i 71 di quest’anno per la freccia marocchina Hakimi.Se si vanno a sommare le varie voci di acquisti, si arriva ad un totale di circa 420 milioni di euro, calcolando anche i bonus.La domanda allora è: se una multinazionale investisse nel nostro paese questa somma voi come definireste la società investitrice?Credo sia lecito supporre, che la risposta non dovrebbe discostarsi di tanto rispetto a come abbiamo fatto noi nel titolo, ed è per questo che, quando si parla di questo brillantissimo dirigente e uomo di grande cultura ( non solo calcistica), ci vuole solo rispetto, se proprio, ottusamente, non vogliamo essergli riconoscenti.

Francesca Arbotti