Ci risiamo con l’eccellente “matita” dell’anonimo venafrano, che si diverte a passare ai media le proprie perfomance pittoriche badando però a tener celata la propria identità. «No, non ci tengo a divulgare la mia identità -spiega l’uomo di cui è possibile dire, su espressa sua … licenza, solo che è pubblico dipendente – mentre mi piace divulgare la mia naturale propensione che spero gradita a chi guarda». Ed eccola la sua ennesima performance: una eccellente “matita” che raffigura Ponte Vecchio a Firenze, sito di storia, arte, cultura e società che scavalca l’Arno e che è tra i simboli della città tanto cara a Dante ed a molti altri personaggi storici.
Perché disegni, chiediamo al nostro?
«È una mia passione naturale, direi quasi una propensione -aggiunge l’uomo- che metto in atto quando sono nervoso! Per scaricarmi e ritrovarmi, dipingo e mi rassereno».
Allora, la tua identità la divulghiamo? «Assolutamente no! Nemmeno sotto tortura autorizzo a dire di me dettagliatamente», ribatte l’artista venafrano che pretende l’anonimato e di cui già sono stati pubblicati in precedenza altri apprezzati lavori pittorici. Non resta a questo punto che ossequiare il suo perentorio diktat per non perdere l’occasione di mettere in mostra per i lettori altre performance su tela o altro materiale dell’anonimo venafrano.
Tonino Atella