Le massacra la figlia ma lei difende il compagno: «Lo amo, non lo abbandono»

Intanto migliorano le condizioni della piccola. Sconcerto anche a Vinchiaturo

A Vinchiaturo la gente parla con difficoltà, lo sdegno è palpabile. Troppo grandi lo stupore e la rabbia nell’apprendere che un concittadino si sia macchiato (fino a prova contraria) di un crimine così efferato, così abbietto. Che fa tremare le vene ai polsi. Sì perché a Vinchiaturo, Federico Zeoli ci ha vissuto fino a qualche tempo fa. Fino a quando, una manciata di mesi fa, si è trasferito nella provincia romana per andare a vivere con Sara, mamma di Alice, la piccola picchiata e ridotta in fin di vita al culmine di un momento di follia perché piangeva troppo ed era diventata insopportabile. Se le ipotesi di reato (tentato omicidio e maltrattamenti) dovessero essere confermate, Federico Zeoli dovrà prepararsi ad un lungo periodo nelle patrie galere. Laddove vorrebbero vederlo tutti coloro che sul suo profilo Facebook hanno commentato la notizia del suo arresto. Frasi irripetibili, colme di livore e rabbia.
«E’ STATO UN RAPTUS. NON VOLEVO…»
Federico Zeoli era da solo in casa con i quattro figli di Sara, la compagna 23enne, tra cui la bimba e la sua gemellina, quando si è scagliato contro di lei. Oltre a ecchimosi e graffi sul volto della piccola c’erano anche segni di morsi. Sembra che la coppia convivesse da due mesi e che già in passato la bambina avesse subito percosse. Quando la madre, mercoledì, è rientrata a casa e ha visto la figlia in gravi condizioni l’ha presa e l’ha portata, intorno alle 21.30, fin davanti al cancello all’ospedale di Genzano, in quel momento chiuso. La vigilanza ha dato l’allarme e la bambina è stata portata all’ospedale dei Castelli da cui poi è stata trasferita al Bambino Gesù.
Storia e cronistoria di un degrado sociale che resta celato fino a quando non esplode in tutta la sua cattiveria. Ed è nelle parole di Sara (la compagna) che la follia viene a galla: «Sua madre mi ha spiegato che è malato, ha una specie di schizofrenia. Io lo amo, ma non so se riesco a perdonarlo. Lo so cosa penseranno tutti di me, che sono una madre disgraziata, ma lui è la mia vita. E’ giusto che sia in carcere, ma devono aiutarlo perché lui non vuole prendere le medicine. Io comunque non lo abbandono». Così Sara, la mamma della piccola Alice, la bambina ridotta in fin di vita da Federico Zeoli.
«DOVEVAMO SPOSARCI AD APRILE»
Lla donna ha parlato della relazione con Zeoli. «Lo conosco solo da due mesi, dovevamo sposarci ad aprile. Si arrabbia spesso, sbotta, poi si pente ma io non mi arrabbio, lo lascio sfogare. Non ha mai alzato le mani su di noi, a parte qualche sculacciata o rimprovero. Ci tiene all’educazione ma io ho sempre permesso alle bambine di fare come vogliono, insomma ogni tanto fanno cadere qualcosa quando rovistano nei cassetti e lui si arrabbia». Raccontando la tragica giornata di mercoledì Sara ricorda. La bambina piangeva e non voleva smettere. Zeoli inizia a picchiarla, su tutto il corpo, sul viso, sulla testa, poi la morde all’altezza dell’ombelico. La piccola perde i sensi ed allora Zeoli chiama Sara.
«CI AMIAMO, CON LE BAMBINE ERAVAMO FELICI»
«Noi ci amiamo – continua a raccontare Sara – e con le bambine siamo felici, dormiamo tutti in una stanza e ci vediamo la televisione sul lettone». Sara non sembra ancora pienamente consapevole di quanto accaduto: «Non ci credo – prosegue piangendo – Cosa mi è successo? Non so se vivrà, sperso di sì, prego per lei». Intanto la preoccupazione corre anche alle altre figlie, una di 5 anni e la gemella di Alice. «Mi hanno preso le bambine, sto aspettando notizie. Ho paura del mio ex, un pregiudicato, mi ha preso a coltellate, è violento, vuole le bambine. Vive a Roma ed è arrabbiatissimo. Non le vede da 4 mesi, sono terrorizzata».
Una storia da brividi, com’è possibile riservare tanta violenza a una bambina di soli 22 mesi? Una storia nata da un ‘amore’ sbocciato all’improvviso ma pronto per un passo importante come quello del matrimonio, nonostante lei avesse chiuso da poco la relazione con il padre delle sue bambine. La coppia, infatti, si sarebbe dovuta sposare il prossimo aprile.
Secondo quanto reso noto la bambina di 22 mesi oltre alle percosse avrebbe anche ricevuto un morso in faccia dal compagno della mamma. Sara ha deciso di raccontare la sua
versione dei fatti dopo esser stata contattata: «Io lo amo, ma non so se riesco a perdonarlo. Lo so cosa penseranno tutti di me, che sono una madre disgraziata, ma lui è la mia vita. È giusto che sia in carcere, ma devono aiutarlo perché lui non vuole prendere le medicine. Io comunque non lo abbandono». Sara nel suo racconto fa riferimento alla convivenza e all’imminente matrimonio: “Lo conosco solo da due mesi, dovevamo sposarci ad aprile. Si arrabbia spesso, sbotta, poi si pente ma io non mi arrabbio, lo lascio sfogare. Non ha mai alzato le mani su di noi, a parte qualche sculacciata o rimprovero». Federico sarebbe stato un ragazzo dunque severo e tendente agli scatti d’ira e non solo: «Ci tiene all’educazione – ha detto Sara – ma io ho sempre permesso alle bambine di fare come vogliono, insomma ogni tanto fanno cadere qualcosa quando rovistano nei cassetti e lui si arrabbia».
Il racconto di Sara lascia davvero senza parole: «Lui mi ha telefonato e detto che dovevo correre a casa perché la bambina aveva perso i sensi all’improvviso dopo aver bevuto dell’acqua e vomitato». “Noi ci amiamo – continua a raccontare Sara in lacrime a Il Messaggero – e con le bambine siamo felici, dormiamo tutti in una stanza e ci vediamo la televisione sul lettone. La gemellina della bimba di 22 mesi e la sorellina di 5 anni sono state affidate ai servizi sociali. La paura di Sara però riguarda delle possibili ripercussioni del suo ex e papà delle bambine: «Mi hanno preso le bambine, sto aspettando notizie. Ho paura del mio ex, un pregiudicato, mi ha preso a coltellate, è violento, vuole le bambine. Vive a Roma ed è arrabbiatissimo. Non le vede da 4 mesi, sono terrorizzata».
IL BOLLETTINO MEDICO
«La paziente di 22 mesi giunta nella notte di mercoledì al Pronto Soccorso dell’Ospedale Bambino Gesù è ancora ricoverata nel reparto di rianimazione. La situazione clinica è in lento miglioramento. I parametri cardio-respiratori sono stabili. La bambina è stata estubata, è cosciente e ha ripreso l’attività respiratoria spontanea. La prognosi rimane riservata». E’ quanto recita il bollettino medico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma alle 10,00 di ieri mattina riguardo alla bambina di 22 mesi di Genzano, picchiata dal compagno della mamma.