Questa mattina l’urna cineraria che accoglie i suoi resti sono tornati nel paese di suo padre. Funzione religiosa accompagnata da “Vivere” la canzone di Vasco Rossi che Elio amava tanto
Scorrono lente le immagini sullo schermo allestito vicino all’altare della chiesa. Scorrono e scandiscono le note di “Vivere” la canzone di Vasco Rossi che Elio amava tanto, gli ricordava le sue origini italiane e la gioia di vivere come la vita stessa gli aveva concesso fino al 1 agosto del 2018, quando, sotto i colpi di mitra e pistole è morto durante un tentativo di rapimento a Maracay, la città in cui viveva da sempre.
Questa mattina (6 dicembre) a Toro, presso il Convento di Santa Maria di Loreto è stata celebrata una messa in suffragio essendo tornati i suoi resti umani in una urna cineraria.
Il Ministero degli Esteri ha accolto il mese scorso l’appello umanitario del papà del compianto Elio Simonelli, (Pasquale Simonelli) ed è intervenuto per via diplomatica nei confronti delle Autorità del Venezuela per far accogliere una deroga che impedisce di spostare le salme delle persone assassinate non prima di cinque anni. La volontà del padre di Elio di dare sepoltura al figlio nel cimitero di Toro al fianco della madre Lina D’Attellis è riuscita a superare ogni barriera normativa.
In chiesa c’erano due dei tre fratelli di Elio, Nicola e Italo, c’era il papà Pasquale e c’erano i tre figli di quel ragazzo che Toro ricorda con enorme affetto.
Quella mattina del 1 agosto 2018 la notizia del suo assassinio fece il giro delle agenzie di stampa italiane e venezuelane destando un grande clamore. Suo padre, Pasquale, vive tuttora a Toro in una bella villa alle porte del paese, emigrò in Venezuela all’inizio degli anni Cinquanta e con la moglie Lina ebbe quattro figli Nicola, Tonino, Italo ed Elio, appunto, che è morto durante un tentativo di sequestro da parte di una banda che però si è imbattuta in alcune pattuglie della Polizia. Elio Simonelli è stato raggiunto da un colpo di fucile durante il conflitto a fuoco sulla Avenida Fuerzas Armadas di Maracay nelle vicinanze di una carrozzeria di sua proprietà. Nel conflitto a fuoco sono rimasti uccisi anche i 4 rapitori. Elio era un imprenditore molto apprezzato in Venezuela e altrettanto a Toro dove spesso tornava per visitare il genitore. Sposato, padre di tre figlie, Elio era figlio di quell’emigrazione italiana che ha saputo farsi valere all’estero ed ora l’intera comunità di Toro si unisce al cordoglio della famiglia Simonelli. Elio si era affermato nel campo dell’imprenditoria a Maracay ed era proprietario di alcuni magazzini della Nestlè, ma aveva anche altri interessi imprenditoriali. Proprio la sua grande disponibilità finanziaria induce a credere che sia stato oggetto di un rapimento per poi chiederne il riscatto. Padre di tre figlie, uomo onesto ed apprezzatissimo a Toro dove spesso tornava per visitare il papà che vive in una bellissima villa alle porte del paese. I suoi fratelli tutti molto talentuosi nel gioco del calcio, avevano militato in gioventù nella massima divisione venezuelana fino ad indossare la maglia della nazionale di calcio negli anni Ottanta.

