La Russa presidente del Senato: decisivi i voti dell’opposizione. Alla Camera terza fumata nera
Forza Italia, ad eccezione di Berlusconi e Casellati, non partecipa al voto a Palazzo Madama e si alza la tensione con Fratelli d’Italia. Il Terzo Polo, sospettato di appoggio esterno, smentisce con Renzi: “Non siamo stati noi, l’avrei rivendicato”. Intanto a Montecitorio salgono le quotazioni del leghista Fontana
Fumata nera anche nella terza votazione alla Camera. È terminato, infatti, lo spoglio per l’elezione del presidente che si è conclusa con un nulla di fatto. Nessun nome ha superato la maggioranza dei due terzi dei voti. Servirà una nuova votazione, la quarta, domattina alle 10.30. In quel caso il quorum scende: l’elezione scatterà con a maggioranza assoluta. Secondo quanto si apprende, scendono le quotazioni del leghista Riccardo Molinari e salgono quelle di Lorenzo Fontana, vicesegretario del Carroccio e più volte ministro. Nel Pd, si fa strada l’ipotesi di non votare scheda bianca, ma di convergere su un nome “per fare chiarezza” dopo il caos a Palazzo Madama. Dall’esito del voto sui presidenti di Camera e Senato dipendono anche le trattative per la composizione del nuovo Governo. Anche se Giorgia Meloni è fiduciosa: “Faremo presto”.
Intanto, in tarda mattinata, Ignazio La Russa è stato eletto nuovo presidente del Senato, con 116 voti (su una maggioranza di 104). Da Forza Italia solo due voti, di Casellati e Berlusconi, mentre 16 senatori forzisti non hanno partecipato. “Grazie a chi mi ha votato fuori dalla maggioranza”, le prime parole del neopresidente.
Silvio Berlusconi si è affrettato a rimarcare: “L’hanno votato il Terzo Polo e i senatori a vita”. E riguardo alla composizione del nuovo governo ha detto: “Nessun ministero per Ronzulli. In Forza Italia c’è disagio per i veti, auspico che vengano superati”. Il segretario Pd, Enrico Letta, ha attaccato: “Una parte di opposizione vuole entrare nella maggioranza”. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi e quello di Azione Carlo Calenda negano però l’appoggio: “Non siamo stati noi”.
In apertura di seduta, il discorso di Liliana Segre che presiedeva l’assemblea: “In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100mila morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943, ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti. Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica”.
