La Processione del Venerdì Santo sfila tra la folla, il monito di Bregantini: migliorare la Sanità in Molise

E’ una delle manifestazioni più sentite, uno dei momenti identitari più forti dell’intera comunità. Il lungo corteo è accompagnato dal Coro, 700 cantori che intonano lo struggente canto del “Teco Vorrei”

E’ una delle manifestazioni più sentite, uno dei momenti identitari più forti dell’intera comunità. E’ l’avvenimento religioso in cui i campobassani si sentono più partecipi, anche emotivamente. E’ la Processione del Venerdì Santo, che quest’anno ha il sapore di una vera e definitiva rinascita.

Il lungo e mesto corteo ha preso le mosse dalla chiesa di Santa Maria della Croce, entrando dapprima nel centro storico e, successivamente, raggiungendo la parte moderna della città soffermandosi davanti ai luoghi ove la sofferenza è maggiormente presente, come il carcere di via Cavour. Quindi ha fatto ritorno nella chiesa da dove è partito. La scelta dell’orario pomeridiano (la partenza è da sempre fissata alle 18) non è casuale volendo ricordare il momento in cui avvenne la Passione di Gesù Cristo.

La Processione del Venerdì Santo a Campobasso è anche il Coro, quest’anno finalmente al completo: 700 cantori diretti dal maestro Antonio Colasurdo. Tutti vestiti di nero, gli uomini da un lato, le donne, col capo velato, dall’altro. Avanti tenori e soprani, dietro bassi e contralti, accompagnati da 100 musicisti. Durante il percorso il Coro ha intonato più volte lo struggente canto del “Teco vorrei”, composizione del maestro campobassano Michele De Nigris su versi di Pietro Metastasio.

Oltre al Coro, nella sua veste originale, la Processione si è riappropriata del suo intero percorso, partendo – come dicevamo – dalla chiesa di Santa Maria della Croce, per attraversare via Marconi, via Sant’Antonio Abate, Largo San Leonardo, via Ziccardi, salita San Paolo, Salita Santa Maria Maggiore, via Chiarizia, via Cannavina, via Ferrari, piazza Battisti, via Mazzini, via Umberto, piazza Cuoco, via Cavour, corso Bucci, piazza D’Ovidio, piazza Vittorio Emanuele, viale Elena, via Scatolone, piazza della Vittoria, corso Vittorio Emanuele, piazza Pepe, via Marconi fino al rientro nella chiesa di Santa Maria della Croce.

Tra i momenti più sentiti la sosta davanti al carcere di via Cavour, dove il lungo serpentone si è ferma per la Preghiera del detenuto. E’ toccato a Martin, giovane di origine albanese, rivolgere l’appello accorato alla Madonna, un invito a proteggere chi deve espiare le pene per i reati commessi. Una preghiera toccante, a cui ha fatto seguito la benedizione del vescovo Bregantini, che non dimentica mai di ricordare chi soffre, per le malattie o per le tragedie del mondo moderno. Migliorare la sanità del Molise, l’appello del vescovo al termine del suo intervento incentrato sulla fratellanza, sull’apertura all’altro e soffermandosi sulla gruerra in Ucraina: una inutile strage.

Da qui il corteo fa poi rientro nella chiesa di Santa Maria della Croce.