La Musica non solo arte, ma anche strategia educativa e terapeutica

Nel mondo moderno la Musica è presente ovunque e permea qualsiasi manifestazione della creatività umana, muovendo al contempo un seguito di interesse e partecipazione alle sue molteplici declinazioni, non paragonabile a quelli riservati a tutte le altre discipline artistiche. Fin dall’alba dei tempi umani la Musica ha sempre avuto un ruolo essenziale nelle principali attività dei gruppi sociali quali il culto, i preparativi alla guerra, le cerimonie, i festeggiamenti. Nella cultura greca classica, l’interazione tra la Musica – il cui nome deriva direttamente dalle Muse, le figlie di Zeus dedite alle arti – e gli stati mentali degli ascoltatori, era tanto considerata da promuovere studi raffinatissimi di teoria e grammatica musicale, abbinati a osservazioni e sperimentazioni delle relative possibilità di indurre e modulare determinati stati psicofisici attraverso stimoli musicali specifici. Ma quali sono i motivi che rendono la Musica un fenomeno tanto coinvolgente e centrale nella vita di tutti noi? La neurofisiologia ci aiuta a trovare la risposta. L’udito è la percezione sensoriale più interconnessa col Sistema Nervoso Centrale; uno stimolo acustico è in grado di attivare mediamente circa il 70% dei neuroni cerebrali provocando reazioni e risposte sia al livello delle aree istintive che generano i riflessi, che delle aree deputate alla discriminazione della gradevolezza che inducono le emozioni, fino a quelle corticali che producono capacità di astrazione ed il pensiero logico-razionale. Per avere un raffronto con le altre tipologie percettive, consideriamo, a titolo di esempio, che uno stimolo visivo è in grado di stimolare mediamente il 20% dei neuroni cerebrali. Tutto questo è il risultato di un lunghissimo processo evolutivo che ha selezionato l’udito come vera e propria percezione di teletatto o tatto a distanza, in grado di consentire risposte di adattamento all’ambiente molto rapide ed efficaci. Nel mondo civilizzato pensiamo all’udito soprattutto come canale per la comunicazione, ma nei nostri habitat naturali la migliore possibilità di comprensione dell’ambiente circostante è riposta nella capacità di esplorarlo attraverso l’udito; nella maggior parte delle situazioni posso fuggire un pericolo, un predatore per esempio, quando ne “ascolto” la presenza, ma difficilmente riesco ad evitarlo quando lo vedo, lo olfatto o lo tocco. La Musica utilizza questo canale privilegiato che mette in comunicazione l’uomo con la realtà esterna e riproduce a livello imitativo o metaforico le variegate tipologie di stimoli che il mondo acustico naturale ci invia in ogni momento e che, spesso inconsapevolmente, utilizziamo nei processi adattativi. Per questo motivo, giocando sui quattro elementi che costituiscono la Musica, quali la melodia (la successione di uno o più suoni differenti tra loro), il ritmo (la scansione temporale attraverso la quale si succedono i vari suoni), l’armonia (la contemporaneità e coesistenza simultanea di più suoni) ed il timbro (il colore di un suono determinato dalle caratteristiche della sua forma d’onda), è possibile replicare e persino incrementare le risposte del sistema nervoso ai diversi stimoli acustici che la natura e l’ambiente ci inviano in ogni momento. Potremmo dire che la Musica può essere una sorta di amplificatore e concentrato di stimoli ambientali che sfruttano la via dell’udito, la quale, come accennavo sopra, risulta essere la più connessa con il Sistema Nervoso Centrale. Attraverso la Musica è quindi possibile interferire e modulare molte risposte adattative gestite inconsciamente a livello di riflesso, quali, la frequenza respiratoria, il tono muscolare, la frequenza cardiaca, etc.; contemporaneamente è possibile indurre risposte affettive (valutazione del grado di gradevolezza o meno) che generano stati emotivi e modulano il tono dell’umore. Basta osservare una qualsiasi scena cinematografica ben fatta per verificare come la colonna sonora che la accompagna sia molto efficace per indirizzare ed intensificare le nostre risposte psicofisiche in relazione a ciò che stiamo osservando, modulando il nostro respiro, le nostre emozioni, il nostro umore. A tutto questo dobbiamo aggiungere un altro aspetto: soprattutto la Musica di tradizione occidentale, derivata dalle impostazioni teoriche messe a punto dai pitagorici, è costruita su schemi matematici molto stringenti e su rapporti numerico armonici esatti; queste caratteristiche consentono di creare un sistema acustico di schemi logici, matematici, razionali e sequenziali, facilmente riconoscibili anche da chi di musica non sa niente e che stimolano massicciamente le nostre capacità logiche e corticali. Per spiegare meglio questo aspetto posso fare un esempio: esattamente come quando posso contemplare solo una parte di un edificio classico, riesco comunque ad intuirne perfettamente l’interezza dei suoi schemi architettonici, la musica costruita su schemi matematici ci consente di ascoltare un brano sconosciuto, di interromperlo in un punto casuale e poterne comunque intuire una possibile prosecuzione almeno per alcune battute. Questa possibilità, insita in tutti noi, sta a dimostrare come gli schemi logici presenti in moltissima produzione musicale, allertino e stimolino continuamente anche le aree logiche del nostro cervello.
Ma un altro aspetto consegue a tutto questo: ogni qual volta il nostro sistema nervoso viene stimolato e reagisce, questa attività determina un incremento della qualità di vita e del benessere fisico. Studi relativamente recenti hanno ormai messo in piena evidenza scientifica come gli oppiacei endogeni (comunemente definiti endorfine) giochino un ruolo determinante nella modulazione dell’omeostasi, l’equilibrio biologico che ci mantiene in vita ed in salute. Ogni volta che un neurone riceve e rilancia uno stimolo, contribuisce alla sua elaborazione o partecipa alla risposta allo stimolo stesso, abbiamo un rilascio di oppiacei endogeni che armonizza tutti i processi vitali ed incrementa il benessere.
Non può quindi stupire, per tutti questi motivi, come oggi la Musica venga utilizzata anche in terapia di disturbi, patologie e disabilità a livello del Sistema Nervoso; da alcuni decenni sono nati e vengono sperimentati metodi che utilizzano l’universo acustico e musicale per interagire, stimolare ed educare a risposte coerenti persone con deficit e difficoltà di adattamento all’ambiente. I metodi sono molteplici, ma tutti appartengono a quella pratica oggi comunemente conosciuta come Musicoterapia.

Nato a Firenze nel 1965, Antonio Del Lungo si è laureato in Lettere e diplomato in Organo e Composizione Organistica. Svolge l’attività musicoterapista e formatore in ambito socio sanitario.