La fuga dei cervelli

di Mariarosaria Di Renzo

Il Molise dà un grosso contributo al fenomeno del “brain drain”.

Ormai è consuetudine avere notizia di menti brillanti che studiano presso università italiane, conseguendo titoli di studio molto prestigiosi e poi trasferire questo sapere spesso anche fuori dal territorio nazionale. Molti laureati, infatti, decidono di lasciare l’Italia, dopo aver speso energie e fatto tanti sacrifici, specialmente negli studi universitari. Non trovano purtroppo lo sbocco professionale che meritano, spesso assistono a delle vere e proprie ingiustizie, quando i posti di responsabilità vengono affidati a persone non all’altezza.

Gli scorsi 28, 29 e 30 novembre il presidente Sergio Mattarella si è recato in visita di stato in Svizzera, su invito del presidente della Confederazione Ignazio Cassis. All’arrivo, ha incontrato il personale dell’ambasciata e una rappresentanza della collettività italiana in Svizzera.

Il giorno successivo, ha visitato la cattedrale di Berna e il museo Paul Klee. Alla sera, si è svolta  una cena di gala offerta dal governatore Cassis. All’evento sono stati invitati quattro brillanti studiosi italiani. Fabiola Gianotti, fisica sessantaduenne di Roma che, dal gennaio 2016, è direttrice generale del CERN di Ginevra. Ambrogio Fasoli fisico cinquantottenne di Milano, che lavora nel campo della fusione e della fisica dei plasmi. Alessio Figalli, trentottenne romano, vincitore nel 2018, della medaglia Fields. (Premio riconosciuto ai matematici di età inferiore ai 40 anni, assegnato in occasione del congresso internazionale dei matematici della International Mathematical Union, che si tiene ogni 4 anni). Mario Paolone, ingegnere elettrico quarantanovenne di Campobasso, ricercatore e professore ordinario presso il Politecnico federale di Losanna, fondatore e direttore del laboratorio di sistemi elettrici distribuiti.

Il 30 novembre Mattarella si è recato al politecnico federale di Zurigo, dove ha incontrato gruppi di studenti, che operano in vari settori dell’innovazione e imprenditorialità, specie nella ricerca biomedica. 

Nelle interviste rilasciate, il presidente ha spesso rimarcato il rapporto di reciproca e intensa collaborazione con la Svizzera, sentendosi estremamente lieto dell’accoglienza riservata a lui e alla delegazione che lo ha accompagnato. Ha sottolineato anche che molti giovani ben qualificati lasciano l’Italia per fare esperienza in Svizzera. Questo è positivo, se frutto di libera scelta, ma è decisamente negativo se avviene per impossibilità di fare scelte adeguate nell’ambito dell’Italia. Deve essere priorità della politica nazionale concentrare le energie per rendere effettivamente libera la scelta lavorativa dei giovani italiani.