RICCIA. La Befana è andata via, senza dimenticare nel suo sacco tanti doni per i bimbi che in occasione dell’Epifania si sono dati appuntamento per la Santa Messa nella chiesa della SS. Annunziata di Riccia. E’ stata l’antichissima Confraternita dell’Annunziata ad organizzare il passaggio della vecchina più amata dai piccoli nel sacro edificio fatto costruire nel 1378 dagli Schiavoni, popolazione slava arrivata in città tra il XIII e XIV secolo. Ogni bambino presente alla funzione religiosa ha ricevuto, dopo la Messa, un sacchetto contenente un pandoro e dei cornetti donati dalla dolciaria Colle Molisano. Un regalo voluto dai Confratelli come gesto di attenzione, vicinanza ed affetto verso i bambini, un’iniziativa tenutasi quest’anno per la seconda edizione che ha riscosso successo tra i piccoli, felici di ricevere il loro dolce regalo. E’ solo una delle tante azioni messe in campo dai Confratelli, una settantina e rigorosamente di sesso maschile, rappresentati dal Priore Vincenzo Mignogna. Sempre presenti a funzioni religiose, messe e processioni, i Confratelli dell’Annunziata sono in prima linea anche quando si tratta di tendere la mano verso più bisognosi. Puntuale arriva ogni anno, infatti, il loro contributo per i meno fortunati, siano essi di Riccia, italiani o stranieri. La storia ci racconta che furono proprio uomini pietosi, che provvedevano all’assistenza degli appestati, al conforto religioso e al seppellimento dei cadaveri, a dare vita in Italia alle prime Confraternite che aspiravano al miglioramento morale, al culto religioso e alla pubblica beneficenza. A Riccia, in passato, oltre alla Confraternita del SS.Sacramento, del SS. Rosario e delle Grazie, stabilite nella chiesa madre di S.Maria Assunta, ce n’erano altre due fondate dagli Schiavoni nell’Annunziata e molto più tardi un’altra di SS. Maria del Suffragio. Verso la fine del diciottesimo secolo le Confraternite della chiesa madre si riunirono con quella dell’Annunziata che all’epoca contava ben 670 Confratelli. L’Epifania dei piccoli ha permesso ai partecipanti di ammirare in tutto il suo antico splendore il sacro edificio dell’Annunziata. La chiesa, romanica nelle forme e negli ornati, presenta un’unica navata e custodisce al suo interno tre altari e splendide tele. Una recente campagna di scavi ha portato alla luce, al di sotto del pavimento, l’originario impianto planimetrico con resti di antichi altari, frammenti di affreschi e la cripta. La sommità del campanile, un tempo altissimo, crollò con il terremoto del 1805. La sua campana, che pesava una decina di quintali, si spezzò e dalla fusione del suo bronzo se ne ricavarono altre due. Attiguo alla chiesa vi era un Ospedale, sorto nel 1544 e destinato ad accogliere pellegrini e sacerdoti. Diversi gli appuntamenti che si susseguono ancora oggi nella chiesa di via Zaburri, solitamente aperta ogni sabato pomeriggio per la messa e ogni domenica mattina per la recita del Rosario.