La Città Invisibile “sfrattata” dalla sede di piazza Olimpia, parte la petizione

Una petizione per trovare uno spazio idoneo per “La Città Invisibile”, il centro diurno che da anni si occupa delle persone senza fissa dimora o in situazioni di difficoltà. E’ questa l’iniziativa che è stata lanciata all’indomani della comunicazione da parte dell’amministrazione comunale che, di fatto, ha “sfrattato” l’associazione dai locali di piazza Olimpia, nei pressi dello stadio comunale, dove una volta c’era la sede della Polizia Municipale e dove, nei prossimi giorni, inizieranno i lavori per la realizzazione del Museo del Mare. L’annuncio è stato dato da Roberto De Lena al termine della prima giornata de “La Città della cura”, l’iniziativa voluta dalla Città Invisibile come momento di incontro e di confronto con altre realtà associative. “Dovevamo parlare delle sofferenze urbane che ci sono a Termoli – ha affermato De Lena – e doveva essere un momento di festa e di collegamento tra varie realtà cittadine ma abbiamo avuto la brutta notizia che ci è stata comunicata dall’amministrazione comunale che riguarda il fatto che dalla prossima settimana la Città Invisibile centro diurno non potrà più operare perché dovranno cominciare i lavori di ristrutturazione del centro. Sapevamo che c’era questo rischio e avevamo chiesto un incontro all’amministrazione 10 mesi fa per arrivare preparati e trovare una soluzione. Le circostanze, però, sono degenerate improvvisamente e quindi dalla prossima settimana la Città Invisibile non esisterà più. Al momento non ci sono soluzioni alternative per noi”. Soluzioni che si stanno cercando anche attraverso una petizione popolare sul sito charge.org attraverso la quale si cercano, appunto, delle soluzioni alternative. “La Città Invisibile – si legge nella petizione – ha ricevuto l’avviso che entro una settimana dovrà lasciare lo stabile comunale che da 3 anni ospita i suoi servizi per persone senza dimora. Le istituzioni finora non hanno proposto nessuno spazio alternativo. Noi sottoscritti/e chiediamo al Comune di Termoli di non chiudere il centro diurno per persone senza dimora di Piazza Olimpia 1, finché non saranno trovate delle soluzioni idonee (raggiungibili e con spazi adeguati) ad accogliere tutti i servizi che in questi anni “La città invisibile” ha offerto alla popolazione in condizioni di marginalità. Siamo convinti/e che questa esperienza vada tutelata perché è un bene di tutta la collettività”.

Sulla questione è intervenuta anche la segretaria del circolo del Pd, Maricetta Chimisso. “Intervengo nel merito della questione dello sfratto alla Città invisibile. Gli interventi che mi hanno preceduto si sono concentrati sulla “disumanità” della scelta dell’amministrazione. Io, come mia abitudine, preferisco guardare le cose da un altro punto di vista, più razionale e più semplice. Conosco bene la sede della Città invisibile, perché da assessore ai servizi sociali l’ho individuata come il luogo più adatto alla cura degli ultimi, dei più fragili. L’idea era in realtà più ampia: portare lì l’intero assessorato ai servizi sociali, per crearvi una “cittadella della cura”, individuando poi all’interno uno spazio da dedicare alla comunità degli invisibili. Il luogo era ed è ideale, poiché il sociale richiede servizi non ostentati, parcheggio, discrezione, uffici individuali. Poi Termoli ha scelto diversamente e il progetto si è arenato. A ben vedere, si è arenato il sistema dei servizi sociali, con i centri anziani chiusi o ridotti al silenzio e lo stato di abbandono della scuola dell’infanzia di via Montecarlo, con i mucchi di immondizia all’ingresso dei bambini. Quanto all’ipotesi di portare finalmente a compimento il Museo del Mare, nessuno più di me desidera che si realizzi. Voglio solo ricordare che la mia scuola custodisce temporaneamente, nella teca donata dalla famiglia Mennella, i ceppi di ancore romane di piombo ripescati nel nostro mare, uno dei quali era stato lasciato in stato di degrado per non si sa quanto tempo nei magazzini dell’ex mattatoio, con il rischio che venisse rubato. Tuttavia, le stesse ragioni che suggeriscono di individuare nell’ex caserma della finanza navale in Piazza Olimpia e nell’attiguo deposito comunale la cittadella del sociale, ossia lontananza, discrezione e separatezza, impongono di trovare per il museo una sede più consona e più appetibile. Paradossalmente, il Museo sarebbe decorosamente ospitato proprio nella attuale sede dell’assessorato ai servizi sociali, centrale, accessibile, servita da ascensore e totalmente condizionata. Più di così”.

IL LINK ALLA PETIZIONE SU CHARGE.ORG