Istruzione: panoramica della realtà italiana

di Cristiana D’Addario

“Le fondamenta di ogni stato sono l’istruzione dei suoi giovani”, così affermava Diogene.
Ma in Italia, per quanto si evince nelle varie statistiche, il livello d’istruzione risulta molto basso. Il numero di 25-64enni con un titolo di studio secondario superiore è molto ristretto e di gran lunga inferiore a quello europeo. Rispetto agli altri Paesi, negli ultimi anni, la media di coloro che si limitano ad un livello di studio secondario è aumentata, mentre quella di coloro che hanno un livello di studio terziario è diminuita. Ciò che invece fa orgoglio alla figura femminile è il livello d’istruzione della donna che è cresciuto più velocemente sia per i titoli secondari superiori che per quelli terziari. Questo si verifica con maggior rilievo in Italia (63,0% contro 58,8% le quote, di donne e uomini) mentre nell’UE ci si avvicina ad una parità. Il nostro paese si diversifica per i diversi sviluppi che abbracciano le due “estremità” evidenziando il divario tra nord e sud. Non sono solo i confini a marcare la divisione del Paese, ma anche la diversa cultura, nel particolare il livello di formazione secondaria superiore, che si rileva più basso nel Mezzogiorno e più alto al Centro-Nord, e lo stesso per quella terziaria. Nel territorio Nazionale le differenze sono indipendenti dal genere (rimanendo marcate per la componente femminile) ma non dalla fascia di età. Infatti i giovani sono, la generazione più istruita ( 74,8% dei 25-34enni contro il 47,0% dei 60-64enni ) ma l’Italia rimane comunque in svantaggio rispetto all’Europa. In merito a questo l’obiettivo della nostra società è quello di innalzare del 40% la quota dei 30-34 con titolo di studio terziario. Ciò comporterebbe sia una singolare crescita economica sia una svolta decisiva per la realtà arretrata nel nostro Paese provvedendo anche alla crescita sociale. Del resto, lo stesso Diogene ci consiglia e ci mostra cosa è rilevante per uno Stato. Ci si differenzia per questo, per la cultura.