Isernia, dopo due anni tornano gli Incappucciati della processione del Venerdì Santo
Muovendo dalla Chiesa di Santa Chiara, la processione ha trasformato il centro storico in un vero e proprio “cammino del pianto” della cristianità dolente
Dopo gli ultimi ritocchi alle statue di Cristo morto e Mater Dolorosa, nella chiesa di Santa Chiara, è partita la processione che evoca sofferenza e pentimento, con gli incappucciati che ne sono proprio il simbolo. E così quest’anno, dopo due mancati appuntamenti, causa Covid, sono tornati a sfilare per le strade di Isernia gli Incappucciati.
Anche quest’anno è stata fortissima la partecipazione dei fedeli che hanno seguito il corteo per le vie della città. Tanti fedeli in preghiera, in un corteo che non ha celebrato solo la morte di Cristo ma, simbolicamente, ha ricordato e pregato per le migliaia di vite che si sono spente nella tragica guerra in Ucraina.
Muovendo come da tradizione dalla Chiesa di Santa Chiara, la lunga processione ha trasformato il centro storico del capoluogo pentro e le sue principali direttrici in un vero e proprio “cammino del pianto” della cristianità dolente.
Un’atmosfera suggestiva e avvolta nel silenzio ha accompagnato lo snodarsi della Processione, interrotta solo dai canti funebri recitati dai fedeli, che seguono l’intero percorso inframezzandolo con preghiere ed invocazioni sacre. Come sempre, ogni dettaglio è stato curato minuziosamente dalle Confraternite della città (Santa Maria del Suffragio, Sant’Antonio, San Domenico, San Pietro Celestino), distinguibili per il colore delle mozzette, che partecipano alla Processione, svolgendo ognuna un ruolo preciso nel corteo. Ma è la Confraternita del Santissimo Sacramento ad organizzare puntualmente tutta la sacra rappresentazione, alla quale partecipano anche il Clero, con un proprio ruolo, e le Autorità civili e militari. La processione del Venerdì Santo di Isernia ha come principale caratteristica quella della presenza degli Incappucciati, fedeli a capo coperto, che trasportano le statue della Mater Dolorosa e del Cristo Morto, oltre che i busti degli Ecce Homo, le Croci Calvario e le Croci della Via Crucis.
Lo scopo del cappuccio è quello di tenere segreta l’identità di chi compie l’atto penitenziale (spesso con una corona di spine a cingere il capo e molti a percorrere il tragitto a piedi nudi), conferendo maggior valore e drammaticità all’atto stesso. E sono migliaia quest’anno i fedeli che hanno raggiunto Isernia per partecipare e rendere omaggio in maniera solenne al dramma rievocativo della Morte di Cristo che termina solo a tarda sera.