Internet: davvero una scelta sostenibile?

di Luca Gualtieri

Quante volte abbiamo sentito nominare le parole DAD e smart working? Ormai sono all’ordine del giorno, anche se non sappiamo ancora cosa si nasconde dietro di esse e quali siano i loro consumi. Viene spesso pensato che queste attività siano innocue, ma in realtà non è così. Quindi, questo, ci porta a pensare: ma Internet è davvero una scelta sostenibile?

Alleati umani ma nemici ambientali

Queste attività si sono rivelate degli alleati nel periodo di pandemia e di lockdown, perché hanno permesso la continuazione delle normali attività giornaliere. Tuttavia, nonostante i loro aiuti, sono considerati nemici dell’ambiente. Di fatto, tutte le attività che richiedono una Rete e che si svolgono online, hanno un grande consumo di energia elettrica e, di conseguenza, anche un notevole impatto sull’ambiente.

Con l’inizio della pandemia, sono incrementati gli utenti su internet per seguire lezioni di scuola, di università, corsi, ma anche per il lavoro a distanza. Oltre questi, ci sono utilizzatori di piattaforme streaming, di applicazioni di messaggistica e di social media dove si comunica principalmente con foto e video.

L’impatto del web sull’ecosistema

Tutto questo, però, ha un costo per il nostro ambiente che, ogni anno, subisce le conseguenze delle nostre azioni e delle nostre abitudini quotidiane. Secondo delle stime, il web produrrebbe all’anno circa un miliardo e 850 milioni di tonnellate cubiche di CO2. Se fosse una nazione vera e propria, sarebbe la quarta più inquinante al mondo, dopo Cina, Stati Uniti ed India.

Per dare una cifra e fare un confronto, il ministro della Transazione ecologica Roberto Cingolani, fa un paragone del costo climatico del traffico aereo e quello del web: il primo produce il 2% delle emissioni di CO2 nel mondo, mentre il secondo produce il doppio (4%), di cui quasi la metà proviene solo dall’utilizzo dei social network.

Altre informazioni provengono dall’associazione “The Shift Project”, che elabora delle stime: “guardare 10 minuti di video in streaming consuma 1500 volte più elettricità rispetto alla ricarica della batteria di un semplice smartphone”. Il consumo, quindi, è enorme.

Però, non tutte le attività che si svolgono su internet hanno uguale consumo; infatti, per avere un consumo analogo a quello generato dalla visione di un filmato di 10 minuti, dovremmo scrivere e-mail per 5 ore consecutive. È quindi fondamentale controllare l’inquinamento digitale che, spesso, non è tenuto in considerazione poiché non percepibile in modo visivo, e per questo valutato di minore importanza.

Come aumentare la nostra impronta ecologica?

Comunque moderare quest’emissione non è impossibile, infatti possono essere attuate numerose strategie valide. Ad esempio si possono eliminare mail vecchie, limitare la condivisione con grandi contenuti, ricorrere alla Rete solo quando necessario e non eccedere di tecnologie streaming. Diciamo che tutti possono contribuire a fare qualcosa anche perché l’inquinamento digitale non rappresenta una rarità, soprattutto in un periodo di pandemia come il nostro.

È quindi importante essere coscienti dell’impatto che possono avere tuti i nostri dispositivi; purtroppo questa consapevolezza deve essere presente anche da chi produce determinati apparecchi, cercando di essere il più sostenibile possibile.

Dunque, anche se molti non erano a conoscenza del problema o non se ne erano mai preoccupati, ora che vengono a sapere di questi dati, potrebbero iniziare a mutare le proprie abitudini digitali; questo all’ambiente non dispiacerebbe affatto, poiché Internet è tutto fuorché una scelta sostenibile.