INIZIATIVE – La Caritas in prima fila per la Giornata mondiale dei poveri

Domenica 19 la Giornata mondiale dei poveri, la Caritas diocesana scende in campo con due iniziative.
Sabato 25, presso la sede del Seminario vescovile, alle ore 17, saranno ospiti il monaco benedettino padre Marcelo Barros che terrà una riflessione pubblica dal titolo: “Dalla profezia di dom Helder Camara, alla profezia di papa Francesco”.

In concreto, la Caritas chiede un sostegno, anche economico, delle comunità parrocchiali, perché accompagnino dei piccoli progetti da realizzare nelle parrocchie in favore delle persone più svantaggiate. Inoltre, saranno aiutati quattro giovani ad inserire nel mondo del lavoro, istituendo quattro borse lavoro, in età compresa tra i 18 ai 30 anni. I profili saranno, due operatori socio-sanitari e due pizzaioli. Non lasciamo cadere nel nulla l’occasione che ci propone Papa Francesco con la Giornata Mondiale dei poveri – scrive don Alberto Conti, direttore Caritas – E non facciamo che essa si risolva in una celebrazione retorica vuota, priva di responsabilità e di impegni per il fratello che soffre, volto nascosto e rimosso della nostra società. Facciamo nostro, perciò, l’ammonimento del Papa: Questa nuova  Giornata  Mondiale…diventi un richiamo forte alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con i poveri ci permette di comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda.
I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo. Sempre don Alberto Conti chiede a tutte le parrocchie che alla fine della Messa si può rivolgere l’invito a tutti di partecipare alla Colletta Nazionale Alimentare che si svolgerà sabato 25, anche in molti negozi della diocesi. La celebrazione della Messa deve riempirsi, in questa occasione, di segni concreti di riconoscimento della povertà e dei poveri – continua don Alberto Conti – i paesi che ospitano i migranti, possono invitarli alla celebrazione della Messa, organizzando subito dopo e là dove sia possibile, un momento di fraternità, con un “aperitivo” per tutti.
All’offertorio si può portare all’altare un cesto pieno di pani, da benedire alla fine della Messa, proponendo ad ogni famiglia di portare a casa un pane e di spezzarlo e distribuirlo a tutti i componenti durante il pranzo domenicale, perché, come scriveva il vescovo Tonino Bello: “Il pane, più che per nutrire, è nato per essere condiviso. Con gli amici, con i poveri, con i pellegrini, con gli ospiti di passaggio. 
Spezzato sulla tavola, cementa la comunione dei commensali. Deposto nel fondo di una bisaccia, riconcilia il viandante con la vita. Donato a chi bussa di notte nel bisogno, oltre a quello dello stomaco,  placa anche la fame dello spirito, che è fame di solidarietà”.