Inaugurata a Campobasso la mostra sulle Foibe e sull’Esodo

L’esposizione è organizzata dal coordinamento regionale dell’Unione degli Istriani. Per l’occasione è stato presentato anche il libro di Roberto Menia “10 febbraio. Dalle Foibe all’Esodo”

Una mostra didattica itinerante dedicata all’esodo dei 350 mila italiani che, a guerra finita, furono costretti ad abbandonare l’Istria, Fiume e la Dalmazia a seguito delle persecuzioni e di quella che si è configurata come una vera e propria pulizia etnica perpetrata dalla Jugoslavia del Maresciallo Tito.

Sul confine orientale morirono anche 49 molisani, infoibati o spariti nel nulla, come emerso dagli archivi triestini dell’Unione degli Istriani. “Sulle 49 vittime molisane – ha spiegato il coordinatore regionale dell’Unione degli Istriani Gianni Meffe – stiamo preparando un libro, grazie al contributo del nostro associato Marco Altobello, che presenteremo il prossimo 10 febbraio in occasione del Giorno del Ricordo”.

“La memoria delle foibe – ha spiegato Meffe – è un po’ come una goccia che scava la roccia e su alcune pagine della nostra storia noi tutti dobbiamo essere goccia, una goccia che scava la pietra della memoria soprattutto quando quella pietra è resistente e repellente a quelle pagine di storia”.

In questo spirito si è inserita l’iniziativa di oggi alla Fondazione Molise Cultura a Campobasso, un evento volto a recuperare una pagina di storia a lungo ignorata e ancora oggi oggetto di mistificazioni e negazionismi. Presente all’inaugurazione anche il Presidente dell’Unione degli istriani Massimiliano Lacota: “Questa mostra è dedicata in particolar modo all’approfondimento delle vicende dell’esodo in tutte le sue sfaccettature, alla gente che è stata costretta ad abbandonare la propria terra di origine per essere accolta in Italia

La mostra è strutturata su due filoni: una parte documentale, con circa 50 pannelli, suddivisa in quattro sezioni che raccontano la storia delle terre irredente italiane fino a raccontare l’esodo da Pola e una parte dedicata all’esposizione di alcune masserizie e oggetti appartenuti ai profughi”.

“Si tratta di una mostra didattica dall’alto valore storico e morale – ha aggiunto Marco Altobello del coordinamento regionale dell’Unione degli Istriani – che è ancor più di attualità oggi se pensiamo alle immagini dei profughi ucraini costretti a scappare dalla loro terra. L’obiettivo è quello di coinvolgere le scolaresche e i giovani, ci stiamo già attivando per organizzare visite con le scuole molisane”.

Il taglio del nastro è stato preceduto dalla presentazione del libro di Roberto Menia “10 febbraio. Dalle Foibe all’Esodo”. Menia, già deputato di Trieste per cinque legislature al Parlamento italiano è il “padre” della legge 30 marzo 2004 n. 92 con la quale la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo”. Una legge arrivata a seguito di un lungo percorso personale e politico, come ha ricordato lo stesso Menia che ha dichiarato: “L’Italia deve prendere finalmente coscienza di questa storia. Nel libro sono riportate diverse storie di polesani e istriani. Storie di una tristezza incredibile ma al tempo stesso anche di una dolcezza incredibile. Si ratta di una raccolta di storie di un mondo che non c’è più e di luoghi e persone che non si riconoscono più per quel che erano. Storie attraverso le quali riemergono le voci del silenzio, vicende corredate da dati, nomi, cognomi e quindi avvenimenti che nessuno deve permettersi di dire che non sono accaduti”.

Molto toccante è stata la testimonianza della signora Nella Reggente, esule da Pola che ha ricordato la sua terra, l’esodo e le angherie subite ma al tempo stesso ha evidenziato il forte sentimento patriottico che ha animato la sua vita come quella degli altri esuli. “Non dimenticherò mai la scia della nave Toscana – ha ricordato la signora Nella – che pian piano si allontanava dalla nostra terra lasciandoci senza alcuna speranza, per poi ritrovarsi in una cella di un campo profughi. Tuttavia, non ci è mai mancata la forza, la dignità che ha sempre contraddistinto noi istriani. Siamo gente con temperamento, che ha sempre affrontato la vita con tenacia e con forza, senza mai chiedere nulla. Amare la propria terra e la propria Patria è il sentimento più bello che possiamo avere.”

La signora Reggente ha poi proceduto al taglio del nastro di inaugurazione della mostra e ha chiuso con un messaggio di perdono e di speranza: “Bisogna sempre amare il prossimo, nel bene e nel male. Si può anche perdonare, nonostante tutto, perché il perdono è una dote che Dio ci ha dato”.

Presenti all’evento anche l’assessore regionale Quintino Pallante, che ha ringraziato Roberto Menia e gli organizzatori ed ha ribadito l’importanza di conservare il ricordo storico, l’assessore del Comune di Campobasso Simone Cretella, la Garante per i Diritti della Persona Leontina Lanciano e il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise Vincenzo Cimino e l’ex Ministro e sindaco di Roma Gianni Alemanno.

La mostra sarà visitabile fino al 30 aprile, dal martedì alla domenica dalle h. 17.00 alle 20.00. Per informazioni e per concordare eventuali aperture straordinarie, per gruppi e scolaresche in orario mattutino, sarà possibile contattare il coordinamento regionale dell’Unione degli Istriani, nelle persone di Gianni Meffe e Marco Altobello, via e-mail all’indirizzo regione.molise@unioneistriani.it , o telefonicamente ai numeri 3337526138 e 3494963857.