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In tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto a Domenico Fratianni. Uno dei figli più illustri di questa terra. A Sant’Antonio di Padova una molteplicità di persone ha voluto tributargli l’addio. C’erano proprio tutti, questo pomeriggio (martedì 9 luglio), a rendere omaggio all’artista e all’uomo. Perché il maestro, così lo chiamavano tutti, era prima di tutto una persona gentile, educata, a modo, sempre con il sorriso sulle labbra. Poi un grande artista. Uno dei migliori a cui il Molise abbia dato i natali. Sorrideva alla vita e portava in tasca l’ottimismo. Non era vanitoso, Domenico, è stato solo uno che partendo dal suo amato paesello (Montagano) s’è asfaltata un po’ alla volta la strada, per arrivare in alto. E per far emergere, attraverso i suoi brucianti colori e la punta del bulino il dolore di tutti i molisani. Che aspettano sempre il momento del riscatto. Noi saremo un po’ più poveri e non è un modo di dire. Domenico mancherà all’appello di una città scettica e ipocondriaca che ogni giorno si piega sempre più su se stessa. Anticipava tutti con il suo saluto (In gamba!) che porgeva in attesa di una risposta. Ci mancherà e come la sua fierezza e, almeno per gli amici più cari, gli annunci per il prossimo appuntamento culturale e il racconto particolareggiato delle mille peripezie per mandare avanti le carte per La Biennale, che lo ha sempre tenuto sulla corda per tutto il tempo. A correre dalla prima edizione.