In mezzo ai problemi della quotidianità non dimentichiamo quello, tornato attuale, che può farci scomparire tutti in un Amen
Sabato prossimo 6 maggio, alle 17.30, al Dopolavoro Ferroviario di Campobasso, dove parleremo più estesamente dell’attuale pericolo nucleare
DI CARLO DE LISIO
Nel lontano 1984, quando eravamo all’apice della “Guerra fredda” tra USA e URSS, ci fu nel modo un allarme generale causato dalla corsa agli armamenti nucleari, sempre più numerosi, sofisticati e distruttivi. Ma soprattutto a causa del fatto che le due grandi potenze avevano smesso di “parlarsi” tramite le diplomazie e persino l’allora famoso “Telefono rosso”, che indicava il filo diretto tra la Casa Bianca e il Cremlino, era da mesi silente. Scienziati di tutti i paesi del mondo sentirono la necessità di mobilitarsi con appelli alla pace e al disarmo nucleare. Famoso fu quello dei 16.000 fisici di 43 paesi, tra cui 800 italiani, e ce ne fu persino uno degli insegnanti di materie scientifiche e tecniche del…nostro piccolo Molise.
Chi scrive sentì allora il dovere di utilizzare le proprie conoscenze di Fisica, acquisite con la laurea alla facoltà di Roma dove aveva ancora alcuni contatti con scienziati prestigiosi, e di riorganizzare le notizie raccolte tramite l’USPID (Unione Scienziati Italiani per Il Disarmo) e la conoscenza personale del prof. Roberto Fieschi di Parma, famoso ricercatore di Struttura della Materia e membro del Consiglio Scientifico dell’USPID. Pubblicai quindi un piccolo volume divulgativo di 140 pagine dal titolo “ARMAMENTI NUCLEARI – Quello che ognuno dovrebbe conoscere” (con la presentazione dello stesso Fieschi), che ebbe una inaspettatamente buona divulgazione in Molise, dove molti sindaci di allora mi invitarono a presentarlo nel loro comune e anche la “Dante Alighieri” mi invitò a farlo nella Sala Consiliare del comune di Campobasso. Il lavoro ebbe anche un’eco nazionale con la collocazione tra i libri dell’USPID, con alcune lettere di congratulazioni di colleghi di Fisica della “Sapienza” di Roma e persino con una recensione del “Giornale dei Militari”.
Poi il picco di allarme pian piano (per fortuna!) finì. Contatti, accordi e trattati tra le due grandi potenze ripresero, sia pure lentamente, fino alla firma del famoso trattato START 1 tra Gorbaciov e Bush del 1991, con il quale si diede inizio alla riduzione almeno delle armi nucleari cosiddette strategiche. Esso è stato poi seguito da altri, fino al NEW START del 2010, tra Obama e Medvedev, che prevedeva non solo di arrivare entro il 2026 ad una riduzione drastica (non oltre 1500 per ciascun firmatario) delle bombe e testate nucleari strategiche, ma anche dei sistemi di lancio: fino al massimo di 800 tra missili ICBM, sottomarini nucleari lanciamissili SLBM e bombardieri pesanti, di cui però solo 100 dovessero restare operativi e gli altri in deposito inattivo.
Una riduzione notevole, visto che si era partiti dai seguenti numeri del 1983, quando scrissi il mio libro:
- per gli USA (circa 25.000 bombe- 1051 ICBM (con 2151 testate) -644 SLBM (con 4960 testate) – 316
bombardieri pesanti (con 2570 testate), per un TOTALE di 2011 sistemi di lancio e 9681 testate; - mentre per l’URSS, poi Federazione Russa, (circa 22.800 bombe- 1398 ICBM (con 5678 testate) – 937
SLBM (con 2813 testate) – 2480 bombardieri strategici (con 6656 testate), per un TOTALE di 2480
sistemi di lancio e 8781 testate.
Da tener presente che allora c’erano armi nucleari sufficienti a trasformare, per ben 3-4 volte, l’intero pianeta ad una landa deserta, arida e invivibile per un centinaio di anni a venire, con l’ultimo NEW START la distruzione verrebbe forse limitata invece…ad una sola volta! Ma questo ultimo trattato è stato momentaneamente sospeso dalla Russia (che per fortuna non si è ritirata dallo stesso) a seguito della guerra in Ucraina, perché non vuole più le previste commissioni di controllo sul proprio territorio con rappresentanti di paesi considerati ostili.
Mai e poi mai avrei quindi pensato che la mia piccola fatica editoriale di gioventù, ormai sparita dalla circolazione da tempo, dovesse essere rispolverata ed il contenuto parzialmente riproposto alle “potenziali ed inconsapevoli vittime di una guerra nucleare”, come le definì allora il ministro USA Mac Namara. Ma pare che alla follia umana non ci siano limiti spaziali, e neppure…temporali.- Prof .Carlo de Lisio
P.S. Spero di incontrare i lettori di questo articolo sabato prossimo 6 maggio, alle 17.30, al Dopolavoro Ferroviario di Campobasso, dove parleremo più estesamente dell’attuale pericolo nucleare.