Impugnativa Bilancio: “Ennesima bocciatura per il Molise, l’esperto dei conti viene fermato proprio sui conti”
Il governo, come noto, ha impugnato la Legge di stabilità 2021 della Regione Molise in quanto alcune disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale. Analoga impugnativa è stata fatta dal Consiglio dei Ministri per la legge regionale 3 del 4 maggio 2021 (Bilancio di previsione pluriennale per il triennio 2021-2023). E non è la prima volta che accede durante l’era Toma. Sicuramente la nostra regione non ne esce bene.
“Il Governo – ha scritto il capogruppo in consiglio reginale del Movimento 5 Stelle Andrea Greco – impugna la Legge di stabilità e Bilancio previsionale della Regione Molise. L’ennesima sonora bocciatura di Donato Toma e di tutta la sua maggioranza. La cosa realmente triste è che lo avevamo ampiamente annunciato: in aula abbiamo chiesto di non andare avanti con la votazione.
Il rischio reale era quello di creare ulteriori danni al Molise e ai molisani. Purtroppo il nostro appello è rimasto inascoltato.
Anzi da Toma e i suoi sodali abbiamo dovuto subire anche l’accusa di non sapere leggere, di non studiare. Ma il grande “mago dei bilanci”, l’infallibile Presidente già revisore dei conti, esce ancora pesantemente ridimensionato.
Il problema è che i veri sconfitti sono i molisani, visto che a Toma lo stipendio arriva comunque e quei 13.500 euro al mese di costo lordo continueranno a gravare sulla collettività. Poco importa se l’attuale governo regionale continuerà a produrre danni irreparabili a questa terra.
Infatti, il governatore non riesce ad approvare uno straccio di legge che non venga impugnata dal Governo. Un disastro che vede corresponsabili anche la sua struttura e i suoi consiglieri e collaboratori. Tutti appassionatamente insieme non riescono a partorire qualcosa che non sia in contrasto con la Costituzione repubblicana.
Insomma, i protagonisti del fallimento politico gestionale, oltre a Toma, portano i nomi e cognomi di Vincenzo Niro, Quintino Pallante, Nicola Cavaliere, Vincenzo Cotugno, Roberto di Baggio, Filomena Calenda, Andrea di Lucente, Salvatore Micone, Armandino D’Egidio e Gianluca Cefaratti.
Complimenti a chi ha approvato queste leggi nonostante noi del M5S avessimo ampiamente annunciato l’impugnativa da parte di Roma. Oggi il Molise deve a voi tutti, con a capo Toma, l’ulteriore incertezza nel futuro.
P. S. Credo che devo consegnare una copia della Costituzione ad ognuno di loro, con la speranza che la smettano di ascoltare il Prof.”
Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo Pd Micaela Fanelli.
“Dopo la il cartellino rosso sul rendiconto di dicembre scorso, – ha scritto – dopo tutti i pareri negativi dei revisori, il governo Toma ottiene l’ennesima bocciatura da parte del Governo che, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, ha impugnato anche la Legge di stabilità regionale 2021 e il Bilancio di previsione pluriennale per il triennio 2021-2023.
Quello che, nella maratona di fine aprile, avevamo ipotizzato succedesse è accaduto.
In attesa di leggere le puntuali motivazioni sollevate sul Bilancio e sulla Legge di Stabilità, ricordo come in Consiglio regionale abbiamo più volte acceso i riflettori sui punti per noi critici: un Bilancio di previsione strutturalmente in squilibrio, arrivato in ritardo, con un parere negativo dei revisori.
Ma cosa ancora più importante un Bilancio contenente non solo un grande buco di 40 milioni, ma anche un altro debito di altrettanti 40 milioni. Quest’ultimo motivo sostanziale per il quale avevamo posto una pregiudiziale di legittimità formale che ci è stata poi respinta dalla maggioranza di centrodestra.
Mentre oggi siamo costretti ad apprendere un nuovo e drammatico stop che arriva da Palazzo Chigi.
Un’ulteriore tegola che si abbatte sulla Regione Molise e spiace dover dire, per l’ennesima volta: l’avevamo detto!
Perché aver ragione oggi non ci consola affatto, dato che ci troviamo con una regione paralizzata. Il tutto a danno di imprese, famiglie e cittadini molisani!”