Impressioni di settembre, genitori e docenti alle prese con la riapertura delle scuole
“Alesia e i suoi compagni di viaggio” ospitano, nella consueta rubrica domenicale, il contributo di Rosanna Fanzo, che di cuore ringraziano
L’imminente inizio del nuovo anno scolastico, la primavera e l’estate che non si sono guadagnate i canonici rispettabili confini, l’aria aperta riconquistata a fatica, inusuali bilanci da stilare in un settembre che non è generalmente noto come mese di bilanci, nuovi gesti che dovranno necessariamente trasformarsi in non esattamente comode abitudini: i nostri figli/studenti remano, al momento, in acque così composte. I nostri figli/studenti tutti, in tutti gli ordini di scuola, ognuno con la propria originalità, ognuno con la propria età. E insieme a loro ci siamo noi altri: genitori, educatori, insegnanti, istituzioni. E le nostre acque sono fatte, come le loro, di responsabilità e di timori. E allora come possiamo organizzarci per attraversare questa non prevista sfida? Da dove cominciare? Potremmo, per esempio, iniziare dal prenderci cura delle nostre e delle loro emozioni. Come? Raccontando, a noi stessi, i nostri bisogni e le nostre difficoltà quotidiane. Accogliendoci e accogliendo. Mettendoci in sincero ascolto delle criticità che i nostri figli/studenti ci espongono, delle insofferenze che ci palesano. Potremmo iniziare tessendo e rinnovando reti, come sempre ci è stato insegnato, per meglio ascoltarci e per meglio ascoltare. Per condividere visioni realistiche. Per operare con pragmatismo. Per operare insieme. È emersa, come noi tutti sappiamo, la necessità di ridisegnare gli spazi scolastici e non solo. Se consideriamo che la percentuale più consistente della nostra comunicazione è costituita da segnali che non sono parole, che è fatta di contatto fisico e oculare, di mimica del volto e di espressioni, che è fatta di prossemica (ovvero della distanza che scegliamo di avere, nello spazio, dall’altro o dagli altri, mentre comunichiamo), che è fatta di qualità del tono della voce, comprendiamo che distanziamento e mascherine comportano una ridefinizione del nostro stile di comunicazione. Distanziamento e mascherine sono d’obbligo e non si discute ma mettere in campo i nuovi comportamenti richiede fatica e questo è un dato oggettivo. Paradossalmente però, proprio l’atto del riconoscere che facciamo fatica, potrebbe motivarci nel rispetto puntale delle norme. C’è un vocabolo che a mio avviso viene poco usato, non tanto nella lingua quanto nella pratica e il vocabolo in questione è clemenza. La clemenza è la disponibilità che mostriamo nel perdonare noi stessi, nel “volerci bene”. Imparare ad essere clementi con noi stessi è un atto di coraggio e richiede fatica anch’esso. Dovremmo imparare ad essere clementi, con noi stessi, rispetto all’impossibilità che si verifica alle volte e ultimamente spesso, di fornire ai nostri figli/studenti esaurienti risposte alle loro domande. Perché non sempre abbiamo risposte esaurienti. Non sempre abbiamo risposte. E questo non significa necessariamente essere impreparati, inadeguati o essere in errore. Questa condizione, spesse volte, si chiama “vita”. Perciò, restiamo autentici e relazioniamoci con autenticità tra di noi e con loro. Insegniamo loro il dialogo costruttivo e la condivisione. Abituiamoli, con l’esempio, ad una modalità di comunicazione empatica ed assertiva, e dotata di senso per tutti gli interlocutori. Insegniamo loro la possibilità di mutare, all’occorrenza, le cornici con cui osservano il mondo, non per incoerenza ma per una più proficua lettura del presente. Allertiamoci per offrire loro, in maniera continuativa, esperienze d’arte e di bellezza che quelle sempre, in ogni condizione del corpo e dell’ambiente, sono in grado di alimentare ottimismo e positività. Insegniamo loro a ricercare ed esplorare gli stati creativi della mente poiché la creatività rinnova la vivacità del pensiero e delle azioni. La creatività è foriera di evoluzione. In effetti, si tratta di comprendere che possiamo cavalcare il cambiamento e che possiamo trasformarci senza perdere la nostra essenza, senza tradirci e senza tradire. Cosa non dovremmo dimenticare? Non dovremmo dimenticare il nostro ruolo di facilitatori. Facilitatori di apprendimenti, di esperienze, di comprensione. E dovremmo sempre ricordare che tra le più potenti fonti di energia rinnovabile c’è la cultura e che l’amore per la cultura coincide sovente con l’amore per la vita. E questo lo si può apprendere e lo si può insegnare. Dobbiamo raggiungere i nostri figli/studenti dove sono e solo allora potremmo condurli dove hanno bisogno di essere condotti. E occorre farlo con autorevolezza ma mai con presunzione che la presunzione non è saggezza e non conquista nessuno, né dentro né fuori dalla scuola. Se l’offerta che proponiamo è autentica, la nostra trasmissione di contenuti e di buone pratiche non conoscerà vincoli di spazio e di tempo. Metteremo al mondo un cerchio, un circolo, inarrestabile e virtuoso. Diventeremo alberi ma alberi di navi, in viaggio, alla scoperta, nonostante un mare che non sempre ci garantisce il controllo degli eventi e dei flutti. I nostri figli, i nostri studenti hanno la capacità di riconoscere l’autenticità all’impronta. L’apprezzano. La chiedono. Lo sanno quando siamo autentici! Glielo si legge negli occhi, a scuola, a casa. E dunque, ripartiamo da dove siamo e facciamolo con grinta. Facciamolo per noi e per loro, con loro. Facciamolo prendendoci cura di ciò che abbiamo provato in questi mesi e di ciò che proviamo. Prendiamoci cura delle nostre e delle loro ferite e prendiamoci cura dei nostri e dei loro progetti. Facile a dirsi? Evidentemente difficile a farsi. Ma ne vale la pena. Loro, i nostri figli/studenti ci ringrazieranno mettendo in campo due delle più sane azioni che conoscono : ci doneranno la loro fiducia e ci doneranno il loro ascolto. Musicista, musicoterapista, socia di Alesia2007 Onlus, Rosanna Fanzo ha conseguito i diplomi di Pianoforte e Didattica della musica presso il Conservatorio “L. Perosi” di Campobasso e la laurea magistrale in Musicoterapia presso la West England University di Bristol (Regno Unito). E’ titolare della cattedra di Pianoforte presso la Scuola Media a Indirizzo Musicale di Campomarino (Cb). Nel 2018 è stato dato alle stampe, dalla casa editrice Nuova Cultura di Roma, il suo primo libro dal titolo “Stasera l’amore arriva dal mare”. Nel 2019 ha debuttato come autrice teatrale con la pièce “La verità è negli occhi”.

