Il vento è cambiato, non per caso

GENNARO VENTRESCA

Virtuali impresari di pompe funebri hanno voltato pagina e deciso di cambiare mestiere. Non sempre il “tiraggio” paga. Così, improvvisamente, si sono ritrovati senza lavoro. Anche perchè quelli che credevano loro sodali hanno voltato bandiera. E ora inneggiano ai colori rossoblù, dimentichi del passato. Del resto, lo dice anche la canzone, chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, scurdammece o passato…

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E’ troppo poco? Bhè, Carpe diem. Anche se, come disse Totti, io non parlo inglese. Ma per fortuna capisco il latino e forse per questo ho afferrato il senso delle cinque vittorie di fila e dei nove risultati utili consecutivi che hanno portato i nostri ragazzi al quarto posto, potendo giovarsi di una media di 2,5 punti a partita, contro quella dell’intero girone, ferma a 1,83. Vincendole tutte…bhè, lasciamo stare. Anche se c’è qualche inguaribile frequentatore del social è convinto che il Notaresco si sia arenato, che il Matelica sta per buttare l’ennesima occasione e la Recantese è ferma alla poetica del Leopardi.

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Oggi gli incensamenti che si sprecano sono i segni di come possano cambiare le opinioni. Meglio così, anche se non sarebbe male un po’ di moderazione. A me pare che la distanza tra noi e la vetta sia la stessa tra il sole e la luna. Meglio quindi cogliere l’attimo, senza usare l’abusato Carpe diem, anche perchè presto o tardi va a finire che Totti s’incavola e ci sferra un bel ceffone.

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Le facce da stadio le riconosci subito. Sono tristi o allegre come le giornate di pioggia, malinconiche come i vecchi sull’uscio di casa, sognanti come i bimbi stupiti sulle giostre. La storia rossoblù è pregna di volti e di storie. Che una volta si raccontavano sui libri o nei servizi televisivi di colore. Ora aggallano sui social, fanno un po’ sorridere e un po’ tenerezza. Non so ci avete fatto caso: Mirko Cudini, in sala stampa, ha perfino accennato a un avaro sorriso. Per accenderne uno solare, probabilmente, bisognerà aspettare l’ascesa in Lega Pro.

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Il sontuoso Campobasso degli ultimi tempi non sembra neppure parente di quello impacciato che ci ha fatto arricciare il naso nella prima fase della stagione. Credo pertanto di dover sottolineare i meriti del patron Mario Gesuè che, evidentemente, deve possedere una sfera di cristallo che lo ha aiutato a mantenere la calma che nemmeno Giobbe. E poi quel Cudini con la faccia che sarebbe piaciuta a Mel Gibson per una ruolo nel kolossal Passion, che si è visto recapitare sberleffi e insulti,  tramutati in consensi.

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Inventa calcio Alessandro, fa l’anguilla Cogliati. Se, tra i due, ci fosse anche un capitone forse mi unirei anch’io al partito dei sognatori. Resta fermo al palo Bontà che, grazie a Dio, smazza e non tira mai indietro la gamba; mi convince sempre più Candellori; lievita l’acerbo Zammarchi; sono firme di garanzia Brenci e Dalmazzi; m’intriga il giovane portiere Raccichini che però difficilmente ruberà il posto a Natale, non per scelta tecnica, ma solo anagrafica.