Il Molino Caputo “a porte aperte”, l’affascinante viaggio dal chicco alla farina

Centinaia di visitatori hanno assistito al processo di macinazione del grano e alle fasi successive e gustato le “Pizze del Mugnaio”, preparate dall’Unione Pizzaioli Molisani presieduta dal maestro Tony Di Lieto. Antimo Caputo: «Noi maciniamo lentamente perché una buona materia prima deve essere trattata gentilmente dal campo alla conservazione»

Ammirare da vicino l’inimitabile capacità dei mugnai di individuare, selezionare e miscelare le migliori varietà di frumento tenero e di frumento trasformandole in varie tipologie di farine e semole, gli ingredienti base di alcuni prodotti italiani di punta quali pane, pasta, pizza e dolci. È l’opportunità che ieri, sabato 20 maggio, il Mulino Caputo di Campobasso ha offerto a centinaia di persone partecipando all’iniziativa “Molini a porte aperte” – giunta alla terza edizione, voluta e ideata da Italmopa (Associazione Industriali Mugnai d’Italia) – e facendo conoscere e apprezzare un mestiere di assoluta e riconosciuta eccellenza che coniuga a meraviglia tradizione e innovazione.

Dopo aver assistito al complesso, ma affascinante processo di macinazione del grano e alle fasi successive, studenti, famiglie, foodblogger e semplici curiosi hanno potuto gustare la pizza preparata con le farine Caputo dai maestri dell’Unione Pizzaioli Molisani, presieduta da Tony Di Lieto che, per l’occasione, ha “schierato” ai forni una coppia di campioni del Mondo: Davide Civitiello per la Pizza Napoletana, e Simone Fortunato, che ha vinto l’iride per la pizza Tandem a Las Vegas. Al loro fianco, ad impastare, condire ed infornare, anche il formatore di pizzaioli, Armando Scalella e il presidente dell’Associazione Pizzaioli Cuochi Professionisti di Frosinone, Alessandro Ceci.  

«Con questo evento – ha spiegato Antimo Caputo, titolare del Molino Caputo – rappresentiamo la filiera e la congiunzione che rappresenta il mulino tra un campo di grano e il pacchetto di farina che arriva nelle case, nelle pizzerie e nelle pasticcerie, mostrando la nostra produzione, la qualità della macinazione e il metodo che usiamo per la tracciabilità e, dunque, per la sicurezza alimentare. Finalmente il consumatore ha potuto toccare con mano l’attenzione che mettiamo nella produzione della farina in modo che il chicco arrivi integro dal campo alla conservazione. Noi maciniamo lentamente perché pensiamo che una buona materia prima debba essere trattata gentilmente e poi la impacchettiamo qui nel nuovo impianto di confezionamento che è carbon free grazie ad un campo di fotovoltaico da un Giga che abbiamo inaugurato lo scorso anno mettendo insieme – ha concluso Caputo – tutto il mood del Molise che è una regione verde e sana». (adimo)