“Il lavoro è dignità”, il convegno della Uil Molise a Termoli
Boccardo: «In regione precarietà da record. É necessario rilanciare il sistema dell'incontro domanda-offerta»
REDAZIONE TERMOLI
“Il lavoro è dignità”. E’ questo il titolo del convegno che si è svolto nel primo pomeriggio di oggi a Termoli, presso l’istituto Alberghiero Federico di Svevia. In una sala gremita di gente si è discusso di Decreto dignità, convertito con modifiche in legge 96/2018, attenzionando le modifiche in tema di lavoro. Ad introdurre il convegno c’era il Segretario Generale della Uil Molise, Tecla Boccardo, che ha spiegato come proprio la nostra regione la precarietà è da record. «Ci chiediamo, allora, se questo decreto dignità possa risollevare le nostre sorti. Ma sembra che ogni volta da queste riforme ne fuoriesca sempre il peggio. Se, infatti, l’obiettivo che tale decreto si poneva – prosegue Boccardo – era dare una stretta al precariato, ci troviamo, almeno in Molise, dinanzi a un primo effetto negativo in cui molte aziende, pur di evitare aggravi di costi o addirittura sanzioni, stanno licenziando lavoratori a tempo determinato diretti o somministrati. Inoltre, specialmente qui in Molise, prima di avviare tali misure, c’è la necessità di rilanciare il sistema dell’incontro domanda-offerta di lavoro attraverso un investimento di personale e di strutture fisiche e tecniche per dare maggiore efficienza ed efficacia ai Servizi per l’impiego, garantendo fasi di transizione lavorativa meno incerte ed insicure; aumentando la formazione a favore di quanti sono fuoriusciti dal mondo produttivo e di quanti vogliono farvi il proprio ingresso». A dare manforte alla Boccardo c’era Ivana Veronese, componente della segreteria confederale nazionale che si occupa di politiche attive e passive del lavoro e che per la Uil segue le relazioni con il Governo sui temi del mercato del lavoro. «Questo decreto dignità ha parecchie ombre – ha affermato – Rispetto alle modifiche apportate, la dubbia e molteplice interpretazione di alcune norme, sta generando confusione tra gli addetti ai lavori con il rischio di produrre l’effetto contrario a quello perseguito con il Decreto dignità. Sarebbe necessaria una circolare ministeriale volta a dirimere le numerose questioni aperte e le difficoltà interpretative».