Il femminicidio, una piaga sociale

di Christopher Luciani e Nicola Salvatore

Per femminicidio s’intende una qualsiasi forma di violenza esercitata sul genere femminile attraverso la sottomissione sia fisica che psicologica. Secondo statistiche si è arrivato a stabilire che ogni due giorni in Italia una donna viene uccisa dal proprio partner. In totale più di sette milioni di femmine hanno subito brutalità di qualche tipo.
I tipi di irruenza sono molteplici; si passa dall’omicidio allo stupro, dallo stalking all’insulto verbale. Tutti colpiscono la dignità di una persona.
La legge italiana condanna a un massimo di venti anni di carcere per omicidio se non l’ergastolo per casi particolari, potrebbe essa essere modificata per abbracciare eccezioni come omicidio d’odio verso il sesso femminile?
La minaccia di una pena più severa sarebbe un deterrente sufficiente?
Bisognerebbe impegnarsi tutti affinché vi sia una parità di genere tra i due sessi.
Tutte queste storie di aggressioni subite da ragazze innocenti hanno scosso gli animi delle persone che governano gli Stati, infatti, il primo agosto 2014 è entrata ufficialmente in vigore un concordato meglio noto  come “Convenzione di Istanbul”, adottata dal Consiglio d’Europa l’11 maggio 2011.
L’ accordo ha l’obiettivo di: proteggere le vittime da ogni forma di violenza e prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro quest’ultime e la violenza domestica; contribuire ad eliminare ogni forma di discriminazione; sostenere e assistere le organizzazioni e le autorità incaricate dell’applicazione della legge in modo che possano collaborare efficacemente per prevenire disgrazie.

 

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